La Domino Records continua la sua campagna di ristampa dei dischi dell’epoca d’oro dei Buzzcocks, pubblicando a giugno gli ultimi due dischi, ovvero il terzo disco del 1979, A Different Kind Of Tension e la raccolta di singoli, anch’essa uscita nello stesso anno, Singles Going Steady, appena due anni prima dello scioglimento nel 1981.
Già nel 2018 la Domino, per festeggiare il quarantennale della band, aveva pubblicato i primi due dischi, Another Music In A Different Kitchen e Love Bites nonché gli EP leggendari di debutto, Spiral Scratch e Time’s Up, tutti pubblicati in formato deluxe, in vinile, con booklet con immagini inedite. Per questi due dischi che concludono il ciclo, vi sono anche molti materiali scritti inediti e il commento di Jon Savage (famoso conduttore britannico) e Clinton Heylin (già commentatore di Bob Dylan).
La ripubblicazione di A Different Kind of Tension è particolarmente importante nella storia dei Buzzcocks, visto che questo fu l’ultimo disco a vedere in azione la line up originale con Pete Shelley alla voce e chitarre, Steve Diggle alle chitarre soliste, Steve Garvey al basso and John Maher alla batteria, mentre Singles going Steady, che contiene già dall’epoca classici come Orgasm Addict, e Ever Fallen in Love, è la celebrazione del tentativo della band di sfondare nel mercato americano.
Non c’è traccia, in queste ristampe, di richiami alla storia più recente e meno nota dei Buzzcocks, da quando cioè la band si ricostituì nel 1989 pubblicando poi il quarto disco Trade Test Transmissions, il primo di una serie di sei dischi che vide anche il ritorno dei membri originari Shelley e Diggle, interrotta solo nel 2018 con la morte di Shelley.
Il ritorno dei Buzzcocks sulla scena, negli anni 2000, segnò anche la ri-registrazione di Ever Fallen in Love con una superband costituita per l’occasione da Roger Daltrey, David Gilmour, Peter Hook dei Joy Division e Elton John e Robert Plant, per un disco di beneficenza i cui proventi andarono ad Amnesty International. Nessun’altra punk band leggendaria degli anni d’oro britannici, a parte i Clash, ha ottenuto riconoscimenti così prestigiosi da colleghi tanto famosi.
Con le ristampe della Domino, si può gustare Ever Fallen in Love e altre chicche, come Why Can’t I Touch It?, riscoprendo le caratteristiche specifiche di questo pop-punk rigorosamente sempre stretto sotto i tre minuti a canzone, in cui la strofa e i ritornelli sono cantati quasi lobotomicamente, a ripetizione continua, e senza intervalli di assoli o virtuosismi, a sostegno della tradizione punk che proprio i Buzzcocks hanno contribuito a creare tra il ’75 e l’80 con Ramones, Sex Pistols, Damned e Clash.
Si può dire quello che si vuole delle operazioni nostalgia, ma se permettono di tanto in tanto di riscoprire artisti importanti andati in soffitta in fondo male non è. Anche perché, nonostante alcune band siano ancora in attività (vedi i Damned per esempio) quegli anni e quell’energia non tornano più e sono una testimonianza di un’epoca che sarebbe da rispolverare.
autore: Francesco Postiglione