C’è tanto cuore, e non solo in copertina, nel nuovo album degli Uncledog: disinvolta e coriacea formazione padovana che, con “Passion/Obsession”, tornano in scena a cinque anni dall’esordio “Russian roulette”.
La seconda prova, rappresenta sempre un bivio importante, in quanto si è spesso combattuti se continuare con la matrice del passato oppure intraprendere nuovi percorsi. Gli Uncledog scelgono di compattare ancor più il loro classic-alt-rock, affidandosi anche ai preziosi suggerimenti del noto producer Pietro Foresti, confermato ancora per l’occasione.
L’apertura di “O.e.k.e.” è spalmata su ampio filtraggio vocale ma non tarda a sciorinare bel rock, con versamenti sanguigni di grunge e la seguente “Let me dive” non ha assolutamente intenzione di decelerare quanto sentito in premessa: infatti le chitarre ruggiscono con potenza ma anche con efficaci venature funky ed angolature d’assoli sulla scia dei Deep Purple.
L’elastico singolo estratto “Four leaf clover” rimbalza con fragori di spessore, a dimostrazione che il combo padovano non soffre per nulla i cambi ritmici, frutto di una consistente coesione maturata. Verificate pure nelle proposte ballads, che poi ballate non lo sono proprio del tutto: infatti, “First time”, “Anything else” e “Thoughtful” non solo ci fan oscillare la fiamma dell’accendino in segno di sognante condivisione, ma ci regalano anche bagliori ritmici.
Magari non lo immaginano, ma “Wow” è, oltremodo, la nostra esclamazione ascoltando un brano cosi, con tanto di tiro dinoccolato, sfuggente, da poche balle e pedalare, con l’immediatezza a portata d’orecchio e , quando pensi che sia finito, prima lo sedano un po’ per poi rianimarlo con un crescendo virtuoso . Tornano a masticare rock-funky con “Take a look”, in cui la chitarra evidenzia un flusso dai vari risvolti esecutivi e quindi è bene “dare un’occhio” a questi cinque ragazzotti e non perderli più di vista: sì, certo, it’s only rock’n’roll ma di quelli compatti e brillanti, che elide dal dizionario la parola “sbadiglio”. Invece, la stuzzicante “Blush” è il bivio elettricamente formoso per continuare a sostenere il vigoroso percorso dell’album e, prima di chiudere il cerchio, arriva “Her” che ci aduna tutti in un chorus dal gusto ottimistico e fiducioso.
Si diceva non solo cuore, ma in “Passion/Obsession” ci sono, soprattutto, i sostantivi del titolo a stimolare i protagonisti nell’opera, in cui il trait-d’union emozionale è palesemente imprescindibile, con gli Uncledog capaci di confermare quanto di solido e forbito si era udito un lustro fa.
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autore: Max Casali