L’improvvisazione e la libera espressione, come un naufragio oltre i limiti spazio-temporali delle prescritte strutture della mente.
Ed è così che gli StereoRebus, duo composto da Bruno Tomasello (sassofonista, polistrumentista, compositore ed arrangiatore) e Carlo Maria Graziano (batterista), vivono la loro musica, codificandola esclusivamente sulla composizione improvvisata e suonata live.
Seguendo questa prospettiva, nel corso di un secret concert, gli StereoRebus hanno registrato dal vivo e in presa diretta, il 27 ottobre scorso, nello storico Auditorium Novecento di Napoli il loro primo disco “Live at Auditorium Novecento Napoli”, composto da sette brani che, fedeli alla linea di pensiero degli StereoRebus, si presentano senza titolo e contrassegnati dalla progressione numerica: Uno, Due, Tre …
Dà impulso a “Uno”, e all’intero lavoro, un abbrivio di sassofono “free” che presto muta in suono di sirena in loop, effetto doppler solidificato da starti di linee di fiati prima che un basso dalla veste post-punk e la batteria diventino ossatura per il sassofono in assolo.
“Due” è caratterizzato dalla chitarra funk di Tomasello, che indirizza le sonorità su atmosfere più black; In “Tre”, il delay della ritmica e i reverberi dei fiati si muovono tra elettrificazioni kraut e afflati che dirottando la via in acque multietniche, facendo, così, ondeggiare la musica tra celtici paesaggi diurni e moresche e orientaleggianti notti.
L’incipit di “Quattro” è nelle pelli di Graziano che sono cuore per un indefinito canto di voce sostenuto da cadenzate ritmiche di chitarra e batteria; la voce, nel corso del brano, trasfigura poi nel canto del sassofono.
L’inseguimento di “Cinque”, con tanto di duello centrale di fiati, serra il brano in riff seventies da “House on the Hill”.
“Sei” è scomposta e contemporanea poetica post-rock, con il suo lento e malinconico crescendo di ottimistico ri-ordine e riassetto.
Congeda “Live at Auditorium Novecento Napoli”, “Sette” e la sua coltre di riff e pattern di sassofoni, i suoi baccanali di batteria, di fiati e rumori.
In un momento storico in cui la musica è sempre più un prodotto da sala di registrazione per mercati e diffusione liquida, “Live at Auditorium Novecento Napoli”, voluto, pensato suonato e registrato su improvvisazioni live, si pone coraggiosamente controcorrente.
autore: Marco Sica