Con un nome ed una copertina misteriosi ed immaginifici, gli emiliani Ismael, attivi dal 2008, giungono al quarto disco mettendo in bella mostra i propri testi in italiano affilati ed imprevedibili, dalla poetica ad effetto ed il gusto per il raccontare storie, squarci di vita, figure e luoghi marginali, linguaggio decadente e narrazione cinematografica tra l’America e la nostra provincia, tra il folk rock e l’indie d’oltreoceano ed il cantautorato delle nostre parti.
Le musiche del quintetto poi pongono al centro una chitarra elettrica dal suono diretto, asciutto, in bassa fedeltà che valorizza la voce di Sandro Campani, che particolarmente in ‘Canzone delle Gazze‘ e ‘Canzone della Vedova‘ ricorda tanto il Francesco De Gregori dei brani più rock tipo ‘Sangue su Sangue’ o ‘Adelante!’.
Il videoclip di ‘Canzone della Vedova’, quasi un cortometraggio dalla bella fotografia plumbea naturalistica, ben si coniuga poi con la vocazione artistica degli Ismael, le cui musiche risultano arricchite dagli innesti qua e là del sax, elemento da incoraggiare poiché dona carattere al disco.
Tornando sui testi, gli stessi come detto sono curati, con gusto per il paradosso come in ‘Il Nocciolo della Questione‘, il cui protagonista trasporta per qualche motivo un cadavere in barca giù per il fiume, facendo sul finale tuttavia un’amara scoperta. Un taglio maggiormente folkrock alternative emerge in ‘Canzone dei Salici’, mentre gli arrangiamenti dei brani, generalmente asciutti, alla lunga rappresentano una debolezza del disco, che in alcuni passaggi avrebbe meritato uno sforzo maggiore, e qualche trovata più originale. Disco rock italiano ad ogni modo ricco di spunti ed ispirazione, per un gruppo di sicuro rilievo nazionale.
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autore: Fausto Turi