Per il suo esordio da solista, colui che più di tutti dalla seconda metà degli anni ’80 e in tutti i ’90, ha guidato la migliore macchina da guerra del rock’n’roll: la Blues Explosion. Jon Spencer ha portato sui palchi di mezzo mondo il lato più sporco del rock’n’roll di Elvis & soci, ed ora ha deciso di fare una sorta di bilancio della sua carriera, passata attraverso ben quattro memorabili formazioni, se consideriamo i Pussy Galore, gli Heavy Trash e i Boss Hog.
A questo giro è accompagnato da Sam Coomes dei Quasi al synths e M. Sord alla batteria, Spencer propone dodici canzoni con le quali non vuole più strafare come faceva con Russell Simins e Judah Bauer, ma fa un lavoro egregio, dato che ha composto i brani basandosi molto su un funk-rock sporco, con tante variabili che possono essere quella dell’accelerazione in “Beetle boots” non lontana da alcune cose dei Boss Hog, o l’electro-rock scarno che evoca la fase in cui la JSBX sperimentò l’elettronica con “Acme”, caratteristica che riprende anche nella traccia “Alien humidity”. Se con “Wilderness” il sound si fa rocambolesco e tagliente con “Love handle” il rocker miscela classic rock’n’roll, blues, noise e funky, spezzettando il sound. Un disco da godersi per quello che è: puro rock senza pretese.
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autore: Vittorio Lannutti