Il titolo del secondo album dei bristoliani IDLES potrebbe sembrare un banale motto se non fosse per la credibilità della band che gli conferisce dignità ed energia, status che nel panorama post-punk/post h.c. si raggiunge solo se si è ‘veri’.
E in Joy as an Act of Resistance la formazione ci dà questa sensazione fin dall’opener Colossus, muscolosa e spigolosa prova di forza che chiude in pieno spirito Oi!/street-punk britannico dalle parti di Sham 69.
Il trono vacante dei Fall potrebbe essere dunque degli IDLES in assenza di validi competitor all’orizzonte.
La band si misura con questioni reali come machismo, immigrazione e Brexit ma anche con temi emotivi quali l’accettazione del sé attraverso gli altri e il riconoscimento dei propri sentimenti.
Tutto viene affrontato con sarcastico ghigno (post)punk e i video (eccetto quello di Danny Nedelko che va in controtendenza) lo possono testimoniare, risultando convulsi e autistici ai limiti del disturbo.
Eppure la purezza di alcune toccanti esternazioni di Joy Talbot fa si che questo disco del 2018 vada ascoltato e se ritenete che questa non sia la vostra cup of tea, nel dubbio, consiglio almeno l’ascolto di Samaritans (esiste anche il video), così capite se potete chiuderla qui senza troppi sensi di colpa.
autore: A.Giulio Magliulo