Paul Alexander, bassista dei Midlake, lancia per Bella Union il suo progetto solista Astropsychosis presentandolo così: “ho sempre voluto che i Midlake sperimentassero di più con gli arrangiamenti, o con le tessiture psichedeliche”. E siccome chi fa da sé fa per tre, chi ha provato da solo, realizzando un esordio ambizioso, sotto la sigla Two Medicine, con un album fortemente concettuale in suoni e riferimenti.
Il nome Two Medicine anzitutto: viene da un parco del Montana, ceduto forzatamente dalla tribù dei Blackfeet, “maestoso e selvaggio, senza rovine”, dice Paul. E così vorrebbe essere il disco, maestoso ma anche primordiale, attraverso una voce costantemente ecoizzata ed effettata, cori sovratracciati, atmosfere dichiaratamente dream-pop su cui si erge il basso come strumento principale per la trama melodica.
Tutto è realizzato a regola d’arte, a dire la verità, e il prodotto che ne esce è un perfetto disco dream-pop, che però ha l’aria di essere un po’ virtuosistico e manieristico. Luce, grazia, ariosità sono ripetutamente evocati per dare al disco uno spessore concettuale e spirituale, forse un po’ troppo pretenzioso, se è vero che l’autore dichiara: “Uno dei temi centrali è la conseguenza materiale e spirituale, per me, gli USA e il mondo intero”. Conseguenza spiritale e materiale di cosa? Di qualcosa di smarrito (SF), o di dimenticato (Oblivion) , o per un attimo recuperato (Gold)?
Non è facile capire i riferimenti molto ermetici e oscuri di certi passaggi, testuali e anche musicali, di Alexander, per esempio a cosa alludono i carillon ampiamente abusati di Astropsychosis, o i riferimenti di Kuopio alla mindfulness che dovrebbe aprire le porte alla comprensione della natura e del mistero. E come se la psichedelia di questo disco fosse ostentata, quasi da tirar fuori apposta da ogni nota e ogni strumento usato (sono tantissime le soluzioni orchestrali usate nel disco).
L’album si chiude malinconicamente con Tmrw, canzone insolitamente piuttosto semplice basata su un semplice e toccante arpeggio di chitarra, una riflessione sulle incognite del futuro (“Tomorrow “what then?”).
La sfida personale di Alexander, iniziata nel 2016 con la volontà di scrivere canzoni per proprio conto, è andata avanti per 15 mesi di arrangiamenti e registrazioni nello studio dei Midlake in Denton, e con la collaborazione preziosa di Eric Nichelson, proprietario dello studio, e soprattutto di Jesse Chandler (Midlake/Mercury Rev) e Evan Jacobs e Matt Pence. Tuttavia il disco sarà portato in tour con la vocalist Aimee Adams, presentando Two Medicine come un duo, un tour che toccherà diverse città inglesi a novembre e Amburgo e Berlino in Germania ma non passerà per ora in Italia.
I live potrebbero forse aiutare questo disco a crescere in spontaneità ed energia, che è la parte incompleta che manca a Astropsychosis per essere un disco che colpisce al primo ascolto.
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autore: Francesco Postiglione