Un ventennio all’inseguimento dell’esordio: tanto è stato necessario per il bolognese Andy Fredman (Andrea Cavedagna) affinchè si concretizzasse questo primo lavoro. Settemila giorni a riunire idee, appunti, bozze scritturali, per poi adunarle in “Pieces of paper”: “pezzi di carta” eloquenti, emotivi e vibratamente interpretativi, alla ricerca di risposte che dessero un senso concreto al suo intento latente. Ora, che l’e.p. in causa è qualcosa di tangibile, per cominciarlo schiera in campo “It’s only a cry” : riuscito binomio chitarra-violino, che disegna un quadretto acustico decisamente ponderativo à la Cat Stevens.
Per “The awareness” innesta subito la variante di guarnire i strati narrativi, arricchendoli con maggior pienezza ed in questo, sia archi che batteria, fan bene alla causa. Invece, “The show” è una marcetta in aria celebrativa, in cui i fiati danno il giusto mood all’episodio cadenzato. E’ indubbio che il lavoro sfodera una gamma di emozioni e sentimenti ma la nobile prerogativa di Andrea non è quella di imporre la propria visione interiore ma rispettare i nostri microcosmi di vita, cosi diversi con le proprie interpretazioni esistenziali. Ora, una tastierina seventy punteggia la stesura di “Birth of the white king”, orlato con àmbiti corali solenni in spirito di gruppo. “Five doors to heaven” tracima di country malinconico, che delinea un pizzico di nostalgia verso quell’epoca d’oro in cui John Denver trainò a sé una miriade di seguaci e fece esplodere l’idolatria per il genere in questione. A chiudere c’è “The hardest game”, con un veleggio di pianoforte struggente che fa da sfondo a scenari immaginifici e la voce s’insinua fascinosa nei meandri dell’emozione: quindi, un finale suggestivo per un lavoro che convince all’istante. Non tanto per il melodioso trattato vintage ma, piuttosto, per la progressiva garbatezza con la quale “Pieces of paper” imprime una forza persuasiva crescente. E stiamo parlando di un’opera-prima: se questo vi sembra poco…
https://www.facebook.com/AndyFredmanMusician/
autore: Max Casali