Quando, circa alla metà della seconda traccia, il cantato di Corey Fickens irrompe ed interrompe ‘City Life’, torno in me ed “Entertainment Is Over If You Want It”, primo lavoro sulla lunga distanza di The Swords Project, torna ad essere un buon disco, ma nulla più. Prima, era successo che la band inglese fosse riuscita a coniugare Boards of Canada e Vincent Gallo, come dire atmosfere dilatate e artigianato indie pop della migliore fattura. Formula ripresa poco dopo, nella conclusiva ‘New Shapes’ e, soprattutto, nei dieci minuti di ‘Audience of One’, dove il sestetto si abbandona ad un godibilissimo caos sonoro punteggiato di violini, chitarre e tanto spleen digitale da riempirci un intero album dei Sigur Ros.
Dopo, quella sensazione di deja vu che mi prende quando ascolto la classica band-che-imita-i-Radiohead-ma-proprio-non-ce-la-fa: art rock di seconda mano, per capirci. Niente di sgradevole, però la prima volta è ok, la seconda anche, ma la terza metto su il “Live in Pompeii” (sempre per capirci). Probabilmente, insomma, sarebbe stato meglio chiuderla lì, e dare alle stampe un ottimo EP, piuttosto che strafare e buttare in mezzo canzoni sfuggenti, che vorrebbero convincermi che un’alternativa a Thom Yorke c’è e, hey, sì, siamo noi!
Secondo me no, però, ecco, Vincent Gallo meets Boards of Canada non era niente male. Riprovarci?
Autore: Andrea Romito