Il paradiso, adesso, subito. Perché smettere di credere al paradiso per chi si sacrifica nel nome di Allah é un altro modo di spegnersi.
Perché continuare a vivere tra nomi di resistenti e collaborazionisti é già una violenza, é già un’ingiustizia.
Said e Khaled sono due giovani palestinesi alti, agili, forse un po’ sbandati, ma i loro occhi e i loro corpi parlano di vita. Le loro giornate all’insegna della semplicità, le loro battute fanno sorridere e fanno scivolare lo spettatore nel cuore del film.
Una volta dentro siamo a disagio. Due uomini della resistenza annunciano a Said e Khaled che é giunto il momento di agire, di dedicare il loro ultimo respiro alla resistenza.
Tutta una serie di cerimonie e preparativi precede l’atto. I due ragazzi son rimessi a nuovo, rasati, sembrerebbe quasi la tipica sequenza di un film americano in cui i protagonisti poco curati, finalmente si caricano di charme.
Ma qui le camicie si aprono per incollare gli esplosivi al petto e connetterli con un filo alla cintura. I resistenti si circondano di amore fraterno, Said e Khaled sono lodati, ascoltati e rassicurati prima ancora che i dubbi possano affiorire sui loro visi, spavaldi. É’ lacerante assistere a questa ballata verso la Morte.
I corpi di Said e Khaled sono il canale del messaggio di morte, incarnano la speranza di un riscatto, di un cambiamento per il loro popolo o magari solo per loro.
Anche se cambiassero idea rimarrebbero carichi di esplosivi che da soli non possono disinnescare. Ma il disguido sopraggiunge.
Mentre attraversano il confine, una macchina sospetta separa Khaled e Said. Said trascorrerà una giornata intera con degli esplosivi addosso cercando Khaled, e incrociando il suo piccolo mondo di persone che lo circonda.
Parallelamente Khaled cerca il suo amico per poter continuare la missione, o forse, speriamo noi dalle nostre poltrone, per cambiare idea. Ma come dirà Sorah, la giovane donna che crede nella lotta morale, il cinema intrattiene le persone con film di diversi genere. Said é stato una volta al cinema, per farlo esplodere. Qui, non ci si dimentica che per quanto un film possa essere verosimile rischia sempre di confinare nella categoria entertainment.
Questa sceneggiatura trae forza dalla realtà da cui si ispira e da quella a cui si rivolge. L’unica certezza che ci rimane e che ci accompagna fuori dalla sala é che questo film non ha solo commosso, ha soprattutto fatto riflettere.
Autore: Giorgia Bruzzese del Pozzo