In tempi in cui il rock è giunto ad un punto morto, vale a dire che non è più in grado di creare qualcosa di interamente nuovo, il revival del post-punk/new wave va apprezzato e non poco soprattutto se viene proposto da giovani band. I Moaning, da Los Angeles, sono una di queste. Accasatisi presso una delle più autorevoli etichette dell’indie pop Usa, la Sub Pop, questi tre ragazzi partono con l’irruenza del primo post punk di matrice Mission Of Burma di “Don’t go”, per poi muoversi lungo le coordinate vicine a sonorità meno spigolose come lo shoegaze del brano “Tired” o la new wave algida vicina ai primi Cure di “The same”. L’unica caduta di stile è il post punk annacquato con il pop di “Misheard” in cui fanno da contraltare le chitarre che grattugiano e si aprono negli stop e nelle ripartenze di “Does this work for you”. In alcuni momenti viene fuori il loro lato ossessivo, come nei rimandi circolari e circoscritti di “For now”. Un esordio nel complesso molto intrigante e piacevole.
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autore: Vittorio Lannutti