E’ intitolato «Summer 1982 When Zappa came to Sicily» il documentario del cineasta siculo Salvo Cuccia, prodotto da Abra&Cadabra e Zappa Family Trust, e presentato in questi giorni – fuori concorso – alla Mostra del Cinema di Venezia.
Siamo nel luglio 1982 e Frank Zappa – da tutti già considerato un folle del rock – dopo un concerto a Napoli allo Stadio San Paolo si appresta ad arrivare a Palermo dove allo Stadio della Favorita è atteso per il concerto (da notare come artisti non omologati, in quel periodo, riuscivano anche a riempire gli stadi).
Al San Paolo regalò un live inteso intonando anche ’O sole mio (eh! no caro Boss non sei stato l’unico) e anche per questo motivo l’attesa per il genio-del-rock è spasmodica. Salvo Cuccia dopo un lungo viaggi da Pordenone a Palermo, si appresta ad entrare alla Favorita ma l’evento si trasforma – quasi tragicamente – in guerriglia urbana. Disorganizzazione e inefficienza della polizia alimentano la furia del pubblico.
È il giorno di Santa Rosalia, patrona cittadina, la guerra alla mafia è già viva, le forze dell’ordine non capiscono quei ventimila ragazzi che vorrebbero vivere una notte di libertà e buone vibrazioni. Il pubblico invade il campo per avvicinarsi (erano confinati sugli spalti) per far sentire tutto il loro amore al compaesano ritrovato (il padre di Zappa era originario di Partinico). Tutto si trasforma in lacrimogeni, manganellate, paura, rabbia, choc.
Trent’anni dopo Salvo Cuccia arriva negli Stati Uniti per incontrare la famiglia Zappa: la moglie Gail, i figli Moon, Diva e il chitarrista Dweezil. La sua idea è portarli per la prima volta in Sicilia, precisamente a Partinico. Frank Zappa era molto amico di un giornalista siculo, un certo Massimo Bassoli, che lo convinse a visitare il paesino da dove partì Frank Vincent Zappa.
Il tour italiano fù totalmente ripreso dal giovane regista Thomas Nordegg che con una semplice camera su un treppiedi documentava il viaggio in Italia. A queste immagini si alternano nel docu-film i momenti toccanti della vita odierna della famiglia di Frank; Cuccia li accompagna in giro per Partinico e presentandogli parenti mai conosciuti e i luoghi d’infanzia del nonno Vincent tocca le corde del cuore della moglie e dei figli di Frank. Nel girato Cuccia non solo intervista gli Zappa ma anche Bassoli, il chitarrista eclettico Steve Vai, lo stesso Nordegg e Tanino Liberatore che con la sua Ranxerox immortalò il mucchio selvaggio creatosi quel giorno allo stadio Favorita.
Spezzoni di sound check, interviste al pubblico intossicato da una repressione della polizia che avvenne senza un motivo reale; ma segue anche in viaggio i protagonisti: Frank e la sua band, compreso quando visitando Partinico la etichetta «terzo mondo», anzi «quarto», mentre dice in camera :«non c’è acqua», «terra di crimine». Ma nonostante ciò Frank Zappa non disdegna le sue radici.
Il viaggio della Famiglia Zappa intanto si ferma a Partinico dove inaugurano una strada che porta il nome del rocker scomparso nel ’93 per cancro.
La moglie Gail – intanto – parla dell’arte zappiana come un inno alla libertà: «La libertà è il cuore e l’anima della consapevolezza, l’Amore è la Legge. Scegliere vuol dire manifestare la propria volontà, Frank fece musica in libertà ed andando in ogni direzione possibile: scienza, arte, filosofia, avventura, curiosità, umorismo. Qualcosa per tutti. Semplice». Oggi la vedova di Frank Zappa, con i figli, si occupa della fondazione che ogni anno pubblica diversi cd e dvd attingendo a un archivio vastissimo e prezioso, non perde l’occasione di rimarcare quanto era presente nella vita e nel carattere artistico la sicilianità del marito: «Le sue radici erano una fonte di grande onore e di soddisfazione per lui. Si identificò nell’eredità culturale della Sicilia, che in qualche modo formò la sua vita non meno di quella americana».
A Partinico Gail ha capito che «i miei figli sono siciliani/italiani/arabi», «appartengono a quella terra. Sono stata catturata dall’energia del posto e dalla presenza della gente. Mi sento ispirata, piena di grazia, grata».