Eric Slick dice che “When it Comes Down To It” è una canzone che ha scritto in soli trenta minuti riflettendo sulla semplicità delle nostre necessità nonostante riteniamo essere molto più complessi. È il primo singolo estratto dal suo terzo disco, esiste un video, un omaggio ai tutorial televisivi per suonare la chitarra degli anni ’80 (Slick è cresciuto sfamandosene tutte le mattine prima di andare a scuola) in cui appare imbracciandone una, scuotendo la testa e sorridendo in un loop nerd mentre il testo e gli accordi scorrono al lato, non sono semplici visto che si ispirano alla musica di Haruomi Hosono (una delle figure più influenti del pop giapponese dei ’70) e Milton Nascimento (uno dei maestri della musica popolare brasiliana).
Wiseacre è un disco pop, lo precisiamo nel caso qualcuno si sia confuso le idee nella categoria world music, si vede arrivare da lontano fin dal colore rosa del muro in copertina e Slick si aggira nella nebulosa degli indie.nerd, lo conferma anche il secondo video “Closer to Heaven” girato con Natalie Prass, musicista sposata nel 2019 e musa dell’album.
Eric nasce come batterista e, ora vi stupiremo, lo è nei Dr Dog da Shame Shame (2010) all’ultimo Critical Equation (2018), se non li conoscete non vi siete stupiti, sono solo un gruppo di Philadelphia, dal 2002 al 2018 hanno sfornato una decina di dischi, più svariati Ep e singoli senza mai deludere, come gli amici Wilco e My Morning Jacket, mischiateci delle erbe alla Flaming Lips, una spruzzata acida di Pavement e godetevi il viaggio.
Il Nostro vira su orbite più morbide vicine a Cass McComb e Richard Swift, era un suo amico e dopo la scomparsa ha registrato con un quartetto di archi (con cui ha inciso anche un Ep, Bullfighter, del 2019) “Dirty Jim” dall’album postumo The Hex (2018). Tornando a Wiseacre “Over It” ed il video ne sono un buon abstract, i sentimenti love e joy con dubbi esistenziali annessi, frullano un po’ in tutte le canzoni marchiandole con una omogeneità tematica che ben si appoggia sull’altrettanta musicale.
Per chiudere il discorso iniziale, basta poco per essere felici: il trucco è rendersene conto, sembra dire Eric, arrivato con 34 anni al nirvana dei suoi stati d’animo (il suo debutto “Palisades” del 2017 era plasmato dalla sua esplorazione della meditazione), è un buon numero per raggiungerlo, tutto sta a mantenerlo.
Se poi state attraversando un momento in cui non avete ben chiaro come il matrimonio possa cambiare la vostra vita, il disco confermerebbe l’eventuale scelta positiva, Eric si arrovellava: “prima di sposarti per la testa passano tutte le emozioni possibili, sarò degno del matrimonio? Avrò il carattere adatto?”, ora i dubbi sono svaniti, basta vederlo correre felice con Natalie alla fine di “Closer to Heaven”, abbracciando un enorme emoticon sorridente.
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autore: Lorenzo Donvito