Incontriamo Gloria Piccinin front woman degli Overlaps. Il quartetto trevigiano pubblica il suo secondo album e lo fa per la label Time To Kill Records, oramai un punto di riferimento nazionale per la scena metal con tutti i suo sotto generi. Con “In this room” gli Overlaps tornano a posizionare l’Italia in un circuito alternative metal che nel resto d’Europa continua ad avere i suoi proseliti, un mercato ancora vivo e svariate bands che sono un riferimento per nuove e vecchie generazioni.
Avete pubblicato il primo album omonimo nel 2018 ed oggi a distanza di due anni esce questo secondo full lenght. Quali le differenze tra i due lavori in termini di maturità artistica?
“In Your Room” sicuramente ci ha fatto fare un altro step in alto a livello di qualità e di maturità artistica. Le composizioni sono tight, catchy e ben strutturate. Anche dal punto di vista dei suoni, abbiamo ricercato un’elettronica più al passo nei tempi rispetto al primo disco.
Grazie a questo primo album avete avuto da subito la possibilità di fare un lungo tour europeo con The Rasmus. Quanto vi ha formato questa esperienza?
Il tour con i The Rasmus è stata un’opportunità enorme per crescere sia dal punto di vista artistico sia professionale. Siamo cresciuti tantissimo come perfomer live, abbiamo avuto un feedback molto forte in Europa che ci ha dato la spinta per essere ancora più determinati. Inoltre è stata una super esperienza poter lavorare con una crew di professionisti e imparare a vivere “on the road” per più di un mese.
Nel primo lavoro avete collaborato alla produzione con Fabio Trentini che vi ha proiettato in una dimensione del suono molto simile a certe band mittleuropee: Guano Apes su tutte. Oggi la collaborazione è con Franco Fraccastoro e con un big come Jesse Vainio; quale vestito sonoro pensate di aver indossato?
Ci sono sicuramente più influenze elettroniche moderne in questo disco, date anche dal produttore Franco Fraccastoro. Ancora è difficile rimandare il disco ad un solo genere, è per questo che usiamo la parola Alternative Rock. In realtà ci sono brani più nu rock, a tratti pop ed electro. Jesse Vainio ha sicuramente dato un tocco magico al mix e al master, facendo un lavoro super preciso, valorizzando ogni singolo strumento e colore.
Vi rivolgete senza dubbio ad un pubblico più vasto essendo più catchy nel sound, aggressivi e pesanti e con brani molto ben suonati. Puliti nel suono e con la voce di Gloria Piccinin decisa e personale. Pensate che l’attuale pubblico sia pronto ad apprezzare le vostre trame sonore, liriche e immaginario più vicino ai 90s?
Credo che il primo disco abbia delle sonorità più 90s, mentre questo secondo album si avvicina di più alle nuove sonorità più attuali. Prendiamo ispirazione da ciò che ascoltiamo, ma ognuno di noi proviene da generi diversi, quindi è difficile dire con precisione tutte le band o generi a cui ci avviciniamo di più. Alcune band a cui ci ispiriamo sono band nuove come i Nothing But Thieves, Pvris, Imagine Dragons, Marmozets, Tonight Alive, Halestorm, Dream State, Pretty Reckless, Normandie, Awaken I Am. Altri “colossi” a cui ci ispiriamo come I Muse, Bring Me The Horizon, Linkin Park, 30 Seconds to Mars, Paramore, Rammstein.
Gloria ben presto potrebbe diventare una nuova Cristina Scabbia? Oppure vi piace pensare a lei come una novella Tarja Turunen ma meno sinfonica, o ancora una Amy Lynn Lee meno gotica… Insomma ha dei riferimenti a cui si ispira o con i quali è cresciuta?
Hai citato tutte cantanti super, soprattutto Cristina Scabbia e Amy Lee che adoro, ma credo di non avere mai ricercato una similitudine con le frontwomen del rock. Ho sempre cercato nel mio piccolo di trovare una mia dimensione e stile vocale. Vorrei trasparisse la mia personalità dalle mie linee vocali e timbrica. In questo disco abbiamo ricercato anche degli effetti vocali ad hoc in base al tipo di cantato, nulla per scontato!
Le cantanti/i cantanti che mi hanno sempre ispirata da quando ero piccola sono Tori Amos, Jeff Buckley, Hayley Williams, Brian Molko, Janis Joplin, Chris Cornell, Chester Bennington, Robert Plant.
Ora sono fissata con una voce in particolare, Conor Mason dei Nothing But Thieves.
Altre voci “moderne” che ascolto parecchio sono Lynn Gunn dei Pvris, Lacey Sturm dei Flyleaf, Dan Reynolds degli Imagine Dragons, Dua Lipa, Taylor Momsen dei Pretty Reckless (ce ne sono tanti)
Pensate che con questo nuovo album confermerete l’interesse che avete suscitato nel pubblico europeo? L’Italia quanto è importante per voi?
Il secondo tour europeo come headliner ha confermato l’interesse del pubblico europeo.
In questi due anni stiamo cercando di consolidare la nostra fanbase e crescere sempre di più.
L’Italia forse non è proprio il paese più adatto al nostro genere, ma ci piacerebbe portare anche “a casa” la nostra musica.
Siete entrati nel roster di una delle label italiane più in crescita del circuito hard and heavy. Siete contenti di lavorare con gente che maneggia con consapevolezza questi suoni? E come vedete il supporto della Siae in questa nuova avventura?
Si, certo, Time To Kill Records è un team di persone molto attive e professionali, stiamo cercando assieme di costruire un bel percorso di crescita e di promozione del nuovo disco.
Grazie a questo bando abbiamo creato un album di qualità, potendo lavorare con un buon budget a disposizione. Siamo molto grati al supporto della nostra label e all’iniziativa Siae “ Per Chi Crea” di supporto alle band ed autori emergenti.
Avete ottimo e variegato merchandising? Come risponde il pubblico alle vostre offerte extra musicali?
Nei due tour europei precedenti abbiamo avuto un ottimo riscontro sul merch che abbiamo proposto ai nostri live.
Ci siamo sempre affidati a professionisti e abbiamo curato ogni dettaglio, soprattutto le grafiche per poter avere un’immagine forte e d’impatto, puntando soprattutto all’originalità e alla modernità.
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