Con la presenza di penna d’ un altro ex MCR Giovanni Rubbiani e Kaba Angelo Cavazzuti ( che ne è anche il produttore artistico) torna a viziarci di emozioni Stefano Bellotti in arte Cisco, il “Big Brother” di tantissimi viaggi immaginari e dal sangue rovente – sia da solo che con i Modena City Ramblers – e torna con un bel disco visionario e riflessivo, molto distante dai suoni e tratteggi passati, un disco che celebra la vita e sulla morte nei loro punti sospesi, nelle loro nature contrapposte e unite, un filo logico e perpetuo che si consacra a rotazione, senza mia fine.
Matrimoni e Funerali – questo il nuovo lavoro dell’artista di Carpi – è una fila di ballate agre in cui intervengono una serie di ospiti, da Angela Baraldi e Massimo Zamboni, il Piotta e Pierpaolo Capovilla del Teatro degli Orrori, senza dimenticare le modenesi Mondine di Novi che fanno allegoria e coro nella ballata a charleston Il girarrosto; undici tracce ibride, folk, rock che si discostano dalla forma cantautorale di stampo Irish per avvicinarsi a luoghi introspettivi, verso lidi Balcanici e Americani nella sostanza e nelle planimetrie testuali.
La nuova espressività di Cisco è subito vincente, un rinnovamento – o forse una rinascita totale – che lo vede protagonista di un progetto libero come sempre e nel focus preciso di un indie-folk personalissimo, molto più al passo con la quotidianità e le angolazioni di essa; rimane – ad un attento ascolto – la smania e l’impulso carrettero di un artista “stupendamente apolide nei concetti”, ma è solo un fiotto di sangue che risale in bocca, un qualcosa che poi si elabora e si rimette “al suo posto”.
Quarto disco della sua carriera solista, Matrimoni e Funerali è un gran bel lavoro, una bella sterzata armonica e intima che appassiona velocemente, lo ska dai colori balcanici Sangue, sudore e merda, l’aria pizzicata mediterranea Chiagne e fotte, il magnifico caracollare controvento Marasma, lo straniamento dub-mariachi Piedi stanchi e la finale contemporaneità amara e mid-rappata (feat. Il Piotta) de Il tuo altare, degno finale per la “nuova vita” di un grande artista libero da qualsiasi vincolo, come l’aria, il vento, il tempo.
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autore: Max Sannella