Ventiduenne, bianco, inglese di nascita ma cresciuto negli Stati Uniti, Jamie N Commons si ritrova una voce blues, bassa, roca e fatale che gli vale sovente paragoni con Mark Lanegan, tutto sommato fondati malgrado questo EP d’esordio contenente 6 brani riveli nella maggior parte degli episodi un deciso riferimento ad una tradizione blues ben più classica, fatta di immaginario biblico, western, highway…
Canzoni composte per voce e chitarra acustica, o piano e arrangiate con l’elettricità di volta in volta più o meno presente (il singolo ‘The Preacher’, o ‘Nina’) di organo e chitarre, armonica e batteria, fedeli al blues e al gospel blues (‘Hold On’).
Un lavoro piacevole, che fa pensare si al primo Lanegan solista, ma anche al Johnny Cash al tramonto della carriera prodotto da Rick Rubin, a taluni momenti più tradizionali del repertorio di Tom Waits…
Roba distante dunque dal nuovo retro folk di Banhart e Stevens, roba molto più ortodossa, blues, fortunatamente però affatto caricaturale – malgrado i temi delle canzoni ruotino attorno a predicatori di campagna, carcerati, cowboys, hobo, vagabondi e cose così. Il gospel conclusivo intitolato ‘Hold On’, per voce, controvoci nere ed handclappin’ produce poi un brivido particolarmente autentico.
Autore: Fausto Turi