Anti-Flag, gruppo punk originario di Pittsburgh nato nel 1988. Con il loro 13- esimo disco si confermano ancora una volta impegnati politicamente e socialmente contro temi ormai di tendenza come il fascismo, le organizzazioni religiose e il nazionalismo.
Con questo loro ultimo lavoro 20/20 Vision ben 11 track infuocate contro l’amministrazione Trump. Infatti il presidente si è guadagnato anche la copertina del disco. Un album che parla di razzismo, della propaganda di odio e di paura voluta dalla classe dirigente. Il disco apre vigoroso con un incipit dei tanti speech di Trump che esprime con i suoi toni sempre raffinati come dovrebbero essere trattati i manifestanti. Dopo di che le chitarre cupe prendono il via aprendo la pista inaugurale con Hate Conquers All e le calde voci di Justin e Chris condannano la manipolazione e l’odio che si respira nel loro paese. Seguono canzoni i cui contenuti sono presenti negli States ma sono oramai malattie politiche e sociali a cui tutti noi inermi assistiamo: il nazionalismo cristiano che procede dritto verso neo-nazismo, il razzismo spinto e spudorato, il sessismo e l’omofobia. In Un-American si canta la caduta del sogno americano contro l’avidità. Ma in particolare con Disease, dove la batteria sempre più che mai presente capace per ogni colpo di sprigionare energia da contagio, affonda una critica aperta e chiara contro questo mondo consumista in cui viviamo. Nel video una ragazza che corre con degli occhiali, e proprio grazie a quegli occhiali blu riesce a vedere la condizione in cui versiamo. Il pannello Weeding day rental diventa con gli occhiali verità: spend reproduce expire come pure Downtown food market diventa Consuption will set you free. Il tutto accompagnato da una musica che ti fa venire voglia di ascoltarlo sempre di più, una volta ancora. Resistance Frequencies contiene una frase There’s a concentration camp being built along your border, questo volersi proteggere a tutti costi dallo straniero, come fosse un invasore, loro quelli che stanno dall’altra parte pronti a tutto, capaci anche di dividere le famiglie lungo il confine con la frontiera messicana. Il disco ha un sferzata di ottimismo con Don’t Let The Bastards Get You Down. Non lasciamoci fare.
A dispetto di Unbreakable che What doesn’t kill us now will lead us back from Hell che ci riporta un po’ nel dark. Insomma tutto Nero su Bianco. Un inno alla lotta, alla speranza ed in questi tempi incerti già solo ascoltare la loro energia -forza che riescono a trasmettere ci si sente subito molto meglio. Anti Flag sono sempre molto Anti Flag: i confini, le barriere, i permessi, tutte invenzioni al limite della sopportazione. Lasciare il pianeta e se stessi migliori di come li abbiamo trovati questi sono i valori che il punk rock trasmette.
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autrice: Rosita Auriemma