C’è poco da fare ragazzi, la lezione dei Fugazi è rimasta indelebile nel cuore di tutti i suoi vecchi fan. Facendo un parallelo con quanto dichiarava Brian Eno a proposito dei Velvet Underground: “pochi hanno comprato i loro dischi, ma quei pochi hanno poi creato una band”, per i Fugazi la situazione è simile.
I Self-Evident, infatti, sono una bella espressione dell’eredità del gruppo di Washington, dal quale hanno ottimamente appreso la lezione del post-hardcore. Il trio di Minneapolis, infatti, riesce efficacemente a coniugare le tensioni post-hc, con le fughe in avanti che circa un decennio fa caratterizzavano gli At The drive-In, soprattutto in “The future” ed in “Everything all at once”.
Quando si arrotolano su loro stessi (“Temporary, confused”), invece, fanno tornare alla mente il brillante esordio degli Slint e si percepiscono le schegge in faccia, quando danno le staffilate nella fase finale della tiratissima “Before the beninnig”.
Tra le tante diramazioni del noise in questo quinto disco del trio di Minneapolis non poteva mancare il math nella circolare ed incostante “Streamlining”, né il post rock di “Nonlocality”.
self-evident – “The Past” from Northern Outpost on Vimeo.
Autore: Vittorio Lannutti