“Archiviata” l’esperienza con i The Only Ones, autori tra il 1978 e il 1980 di tre dischi che cavalcavano gli umori del tempo con la loro miscellanea di new wave, romanticismo, rock, punk e pop, e che riscuotevano successo con l’immediatezza di brani quali “Another Girl, Another Planet”, “The Whole of the Law” … (da “The Only Ones” del 1978), “You’ve Got To Pay”, “Out There in the Night”, “Someone Who Cares” … (da “Even Serpents Shine” del 1979), “Trouble In The World”, “Why Don’t You Kill Yourself” … (da “Baby’s Got A Gun” del 1980), e dopo la fugace parentesi con i The One (“Woke Up Sticky” del 1996 che di fatto proseguiva un percorso dal gusto pop/rock romantico, come certificano il brano eponimo e “Shivers”, con punte più vivaci come “Falling”… ), Peter Perrett in età adulta intraprende una carriera solista che mostra un’inaspettata vigoria, forte di una maturità che assume forma e corpo progressivamente, in una scala ascendente che vede in “Humanworld” e in “The Cleansing” il suo (attuale) apice.
- “How the West Was Won” e “Humanworld”
Se “How the West Was Won” (del 2017) volge lo sguardo ancora verso il passato e si lascia ascoltare con piacere con i suoi richiami a Lou Reed (“How the West Was Won”), l’accattivante “An Epic Story”, il desertico incedere di “Hard to Say No”, il collaudato romanticismo rock di “Troika”, gli spunti lisergici “Living in My Head” (scritta con Jamie Perrett), l’onirica “C Voyeurger” e la riuscita “Take Me Home”, è lo splendido “Humanworld” (del 2019) che rompe gli indugi.
“Humanworld” si distingue, infatti, da subito per l’ottima “I Want Your Dreams” in cui i riferimenti agli anni ottanta sono di gusto e bilanciati; con essa, di pregio, sono la ballata “Heavenly Day”, la cavalcata di “Love Comes On Silent Feet”, l’esatta “The Power Is In You” (sospesa tra un parlato ancora alla Lou Reed e una melodia di gusto nelle aperture), il rock di “Believe In Nothing” (brano che se al posto della viola elettrica avesse avuto il flauto traverso, avrebbe trovato degno spazio in un disco dei Jethro Tull degli anni settanta), le scariche di “War Plan Red”, il sempre presente Lou Reed di “Walking In Berlin”… ed ancora “Love’s Inferno”, la “familiare” e riuscita “Master Of Destruction” (scritta da Jamie Perrett) e la delicata “Carousel”.
- “The Cleansing”
Ora, nel 2024, con “The Cleansing” (Domino), Perrett pubblica un doppio LP a suo modo “perfetto”, mostrando una scrittura sapiente nel coniugare alt rock e alt pop, confermando così quanto di ottimo già fatto con “Humanworld”.
Messa la puntina sul primo lato del primo vinile, irrompe l’energica ed ineccepibile “I Wanna Go With Dignity”, a cui segue la declamata “Disinfectant”.
“It’s what I live for…” e “Fountain Of You” ammorbidisce I toni con pacata delicatezza da ballata anni novanta, candidandosi a singolo d’eccezione.
Se un ritmato incedere delinea “Secret Taliban Wife”, “Solitary Confinement” viaggia tra narrative “acustiche abrasioni”.
Il side B è aperto dai suoni “sordi”, “ruvidi” e “robotici” di “Women Gone Bad” (l’amore di Perrett per Lou Reed è sempre forte).
“Survival Mode” è momento da “folk riflessivo” prima della bella apertura verso atmosfere da polveroso confine… “get it on, get it on, get in on right, get your fucking head on right…”.
Mentre “Mixed Up Confucius” evoca un rock da fine anni settanta inizi anni ottanta con in evidenza la chitarra di Jamie Perrett, “Do Not Resuscitate” è cantilenante e visionaria.
Chiude il primo vinile l’eponima “The Cleansing”, in cui fa la comparsa una più marcata ma moderata e non invasiva elettronica.
Intima e scura è “All That Time”, per pianoforte (suonato da Carlos O’Connell) e archi (arrangiati dallo stesso O’Connell e suonati Violeta Vicci).
Le tinte “scure” proseguono con la notturna “Kill A Franco Spy”.
Se con “Set The House On Fire” torna il gusto per riuscite “infantili” ballate (“I saw an angel in the sky/she was calling me to fly/she even gave me wings”), felice intuizione è “Feast For Sore Eyes”, sin dal suo giro di basso iniziale affidato a Peter Perrett Jr., prima che “There For You” chiuda il side C.
Con “Art Is A Disease” si accenna ad una magmatica sperimentazione nei suoni che si alterna ad una più ordinaria forma canzone.
“World In Chains” (ri)propone una formula rock non scevro da cupe ossessioni: “The world is still in chains”, formula che si mostra funzionale anche in “Back In The Hole” screziata di noise.
Se “Less Than Nothing” rischiara il suono, “Crystal Clear” congeda “The Cleaninsing” … con il suo refrain … “It’s crystal clear” per un lavoro discografico bello, trasparente e sincero.
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