E’ da un bel pò ormai che circolano i No Man’s Code nei meandri dell’underground nostrano, e questo sicuramente ha portato ad una maggiore consapevolezza nelle scelte stilistiche dei nostri. I primi due brani di questo promo, ‘Crocked Mouth’ e ‘Just Play’ sembrano avere il grande respiro della più significativa (e forse l’unica veramente valida) band del post-metal: i Tool. Le chitarre disegnano geometrie squadrate e precise, dando grande spazio alla melodia e fornendo alla voce ora effettata e distorta con maestria, ora naturale, la base ideale. Solo un pò di spessore in più in quelle fasi riflessive, arpeggiate, tanto per equilibrarsi con i grandi rientri quasi orchestrali e pressochè perfetti, potrebbe mancare. Il terzo brano, ‘Jan.Ine.’ evidenzia invece l’attenzione del gruppo di Matera/Roma per l’attualità musicale di genere, tirando in causa, e soprattutto nella voce, la migliore formazione reperibile nello scaffale del new metal, i System of A Down. I riferimenti alle bands citate non siano presi come un limite ma come ispirazione degna di grande merito, visto che N.M.C non si limitano a guardare al meglio che ci potrebbe essere in giro, ma anche ad esprimersi con grande personalità e capacità. Anche la quarta e quinta traccia, ‘Minda Step’ e ‘Seclusion’, sebbene più derivative e simili alle precedenti per orizzonti raggiungibili, sono ancora compatte e gonfie di rabbia, e notevoli gli arrangiamenti che dimostrano che i ragazzi cesellano di fino. Il remix finale di ‘Just Play’ invece non trova senso in questo cd molto coerente e omogeneo nella sua compilazione, e davvero non si capisce perchè infilarci alla fine un dub che seppur eseguito magistralmente non trova una sua collocazione. Forse solo un gioco.
Autore: A.Giulio Magliulo