Nel suo scorrere onirico e fantastico il secondo lavoro de Le Gros Ballon sposta l’asse del duo dalle perlustrazioni cinematografiche a quello dell’immaginazione favolistica.
Il duo milanese continua nel suo percorso di sperimentazione strumentale – dopo aver collaborato in passato con Fabrizio Coppola e Marco Notari – grazie all’apporto di chitarre, pianoforti, batterie e bassi, banjo, violino, synth, harmonium, diamonica, ma anche campanacci, bomboletta spray, zanzare, fischi, ektar e glockenspiel.
Il duo nasce dai bravi Pekisch mentre per la copertina del disco si sono afidati ad Alessandro Fiori.
La struttura dei brani deve molto all’impostazione del post rock e alla psichedelia evocativa, seppure le varianti del caso sono numerose, tra momenti folk (“I never stopped swimming you”), electro-fok (“Dancing sirtaki”), ballate avvolgenti (“Nothern night”) e momenti molto delicati (“Tip tap, Mr. Drop”).
Le Gros Ballon rimbalza tra momenti fantastici ed altri più introspettivi mantenendo alta l’attenzione e la curiosità di chi ascolta.
Autore: Vittorio Lannutti