Continua a ristampare e rivalorizzare con materiale aggiuntivo ed un lancio in grande stile i propri album del passato, l’etichetta americana Subpop, e stavolta tocca ai primi due dischi dei Sunny Day Real Estate, datati 1994 e 1995, che escono nuovamente in commercio, separatamente, ma che vogliamo associare in questa recensione data la contemporaneità esatta della ripubblicazione.
E anche stavolta, come nei mesi passati, ci troviamo ad osservare che spesso rock band magari anche giustamente considerate complessivamente “minori” nel catalogo Subpop, avevano in ogni caso a suo tempo realizzato anche dischi pregevoli – come per i Red Red Meat di ‘Bunny Gets Paid’ del 1995, ristampato in Primavera – o comunque – ed è il caso dei qui presenti Sunny Day Real Estate, ma anche dei Vaselines ristampati in Estate – piuttosto influenti per gruppi loro contemporanei o successivi.
‘Diary’, disco d’esordio del quartetto di Seattle, con in copertina la famiglia di pupazzetti sorridenti, e fu accolto all’epoca discretamente, come lavoro prossimo ad Husker Dü e Smashing Pumpkins; piuttosto, è stato forse messo da parte nel tempo, e resta il miglior lavoro della band, e lo si può considerare uno dei capostipiti dell’emocore, genere che spopola tutt’oggi: impossibile non pensare, ascoltando quest’album del 1994, a band di successo in circolazione oggi, come Death Cab for Cutie. Il suono dei SDRE era ugualmente compresso e potente, fatto però di continui cambi di tensione, ed infatti lo stile vocale di Jeremy Enigk, leader della band e autore principale delle canzoni, asseconda questa tensione emotiva che si scioglie solo a tratti – senza però gli eccessi e le pagliacciate lamentevoli di molte teen band emo moderne – o nelle varie ballate lente, abbastanza dozzinali, seppure formalmente impeccabili, per ripartire poi ancora più tesa e drammatica di prima. Precisione chirurgica degli stacchi, batteria dominante, un fiume di accordi e suoni elettrici vibrati, e poi trame piuttosto complesse, ma pure echi psichedelici e, come dicevamo prima, una tonnellata di melodramma, rivolta soprattutto ad un pubblico giovane, sul quale, soprattutto, questa musica ha attecchito negli ultimi 15 anni. ‘The Blankets Were The Stars’ il pezzo più interessante e riuscito di ‘Diary’, malgrado bisogna dire che i SDRE, come molti gruppi emo, avevano fondamentalmente due gruppi di canzoni: quelle veloci, molto simili tra loro, e quelle lente, anch’esse troppo simili tra loro. La nuova ristampa dell’album contiene le bonus track intitolate, senza grosso sforzo, ‘8‘, e ‘9‘.
L’anno successivo, nel 1995, uscì, sempre per la Subpop, il disco intitolato ‘Sunny Day Real Estate’, anche conosciuto come ‘LP2’, album dalla copertina rosa, ed infatti conosciuto dai fan anche come ‘Pink Album’. Molto simile al precedente, al punto di esserne una sorta di ideale prosecuzione, già nel titolo ‘LP2’, si distingue semmai per una forma sonora ancor più studiata e precisa, ed una scrittura impercettibilmente meno efficace, nel senso che le canzoni migliori sono per la maggior parte sul predecessore. Belle comunque la moderata ‘Waffle’ e la rabbia di ‘Rodeo Jones’. La ristampa di quest’album contiene in coda le due bonus track intitolate ‘Spade and Parade’ e ‘Bucket of Chicken’.
Dopo questi due lavori, i SDRE si sciolsero, e due dei quattro componenti andarono a formare i Foo Fighters assieme a Dave Grohl dei Nirvana, mentre Jeremy Enigk iniziò una carriera solista piuttosto di nicchia. La reunion della band, nel 1997, porterà a 3 nuovi dischi, non tutti su Subpop, però, causa un bisticcio con l’etichetta. Dopo un’altro scioglimento, nei mesi scorsi i SDRE si sono nuovamente riformati, girando in tour per il Nord America.
Autore: Fausto Turi
www.sunnydayrealestate.net/ – sunnydayrealestate.fm/