L’irpina netlabel A Quiet Bump sfonda il muro del free-download con la prima release su CD digipack con l’appellativo “Uno”.
Dal 2005 a oggi quest’etichetta digitale, nata come collettivo di composers elettronici e attualmente costituita dal team Carmine Minichiello, Giovanni Roma, Leo Giso, Paolo Picone e Raffaele Gargiulo, ha sfornato ben ventotto album di musicisti nazionali e non: sono annoverati come appartenenti all’insieme Peak, Para, Black Era, Dadub, Jambassa, Voodoo Tapes, Sardinia Bass Legalize, gli spagnoli Hotdrop e i tedeschi Das Kraftfuttermischwerk, complessivamente impegnati nell’ambito dub-elettronico, low-end frequencies, downbeat e ambient.
Tutte ottime uscite in termini qualitativi che hanno sul serio poco da invidiare ad altri scenari e che nell’insieme hanno ottenuto anche buoni risultati di diffusione, soprattutto internazionale.
Allo stato delle cose è umiliante ragionare ancora sul fatto che il gratuito è indice di scarsa qualità; molti composers sono piuttosto convinti della scelta di produrre in digitale e questa esortazione sta portando finalmente alla diffusione del fenomeno anche qui in Italia, seppure con le nostre solite mille proroghe.
Rispetto all’opinione attuale, contrariamente il free-download dovrebbe essere considerato come nuovo concetto di musica indipendente sotto il punto di vista radicale dell’accezione.
La territorialità nell’elettronica è anch’essa prerogativa di una certa scuola di pensiero.
La A Quiet Bump pone l’accento con persistenza sul riferimento geografico della label. La musica elettronica, a dispetto del fatto di essere un linguaggio universale, è sempre radicata in una scena ben legata a una città o un territorio pressoché divulgati dai membri stessi. Tutte le comunità di composers elettronici tendono spesso a sottolineare la propria origine, ad esempio, le copertine della Kompakt Records ostentano fieramente il vessillo della città di Colonia e i Kraftwerk hanno sempre insistito sul fatto che sono di Dusseldorf…per non parlare di tutta scena techno di Detroit oppure della Bristol di fine ’90.
Nell’avellinese, in contrapposizione a una distinta e (fortunatamente) robusta tradizione rurale, negli ultimi anni lo sviluppo della musica elettronica ha preso una direzione specifica e settoriale grazie a diverse anime presenti sul territorio.
La risultante è data da progetti passati come “Mediaterrae – Irpinia Electronic Landscape” (www.mediaterrae.com) e “Interferenze – New arts Festival” (www.interferenze.org) un po’ riversati nel recente “Flussi – Media Arts Festival” (www.flussi.eu), che hanno attirato in Campania elementi di spicco della cultura elettronica, non solo appartenenti al linguaggio musicale, ponendo in questo modo le basi per ulteriori sviluppi futuri e la concessione di nuovi spazi per i relegati composers campani.
Nel particolare il Festival Flussi, che quest’anno giunge alla quarta edizione, si dedicherà alle attività per il centenario della nascita di John Cage, e si propone di “…avvicinare un pubblico sempre più vasto all’arte e alla cultura digitale” oppure “di aumentare la consapevolezza sul vasto e ancora inespresso potenziale insito nelle nuove tecnologie dell’informazione, come media espressivi, cognitivi e sociali”.
Non proprio chiacchiere al vento dato che questo modo di considerare porta a riflettere sul fatto che A Quiet Bump, come tutte le netlabel, compie uno step più che normale al nostro tempo, dovuto in linea di principio al ribaltamento del “fu mercato discografico” e la divulgazione stessa della digital culture, considerando tra le altre cose, che la musica è seguita quasi espressamente in rete. Anzi nel merito di “Uno” i detrattori del free-download hanno anche la possibilità di acquistare il CD in edizione limitata.
I brani che compongono la compilation sono divisi tra gli “interni” Peak, Para, Dadub, Jambassa, Voodoo Tapes, Stefano Cocciolo e ragguardevoli ospiti, Andreas Tilliander & Stefan Thor (Kondens), Stewart Walker, Hieronymus, Retina.it e Marco Messina.
Gli undici in campo confermano in linea di massima la politica artistica dell’etichetta, aggiungendo alle meccaniche dub-elettroniche, qualche pad riverberato, le cui reflections si abbattono sui monti irpini…bleeps che resistono a qualsiasi segnale di threshold, spargimenti irregolari di glitches e crackles…e verso il finale…anche good vibrations di elogiabile classic dub!
Autore: Luigi Ferrara
www.aquietbump.com/release/aqbmpcd001-various-artists-uno