Questa doppia compilation ci riporta dritti dritti nella New York dance a cavallo tra anni Settanta ed Ottanta, con tappa presso il club Galaxy 21, dove facciamo la conoscenza di uno dei dj resident dell’epoca.
Figura da ricordare, quella del defunto Walter Gibbons (stroncato nel 1994 dall’AIDS), visto che oltre ad essere un fenomeno del turntablism, fu il primo a realizzare tracce editate destinate appositamente per il dancefloor sviluppando uno stile tutto suo nell’arte del remixing, definito appunto “jungle music”, che tramite l’utilizzo pionieristico di registratori multitraccia prevedeva la dilatazione dei brani a dieci minuti ed oltre di durata con l’innesto di lunghi stacchi percussivi.
Attivo per il catalogo della Salsoul Records, Walter Gibbons fu tra l’altro uno dei pochi producer con cui Arthur Russell amava lavorare, e tale rapporto di reciproca ammirazione viene qui testimoniato dall’incisiva rivisitazione di “See though” e dal trattamento riservato al classico di Dinosaur L “Go bang“. Raccogliendo sia remix noti che pezzi praticamente sconosciuti, il resto dell’abbondante scaletta mette tra l’altro in mostra le curve modellate sotto le paillettes luccicanti di “Doin’ the best that I can” di Bettye Lavette, la versione tribale di “4 ever my beat” di Stetsasonic, il riuscitissimo taglio electro inferto a “Set it off” di Strafe ed il rituale disco officiato in “I’ve been searching” di Arts & Craft.
L’impeccabile lavoro documentaristico della Strut è completato da rare foto d’archivio e da uno scritto di Tim Lawrence, l’autore della biografia di Arthur Russell intitolata “Hold on to your dreams”.
Autore: Guido Gambacorta