Da Alessandria, Piemonte, il quintetto Sintomi di Gioia esordisce con quest’album rock cantato in italiano, prodotto molto bene con l’aiuto di Cristiano Lo Mele dei Perturbazione. Dal pop sino all’indie rock, con sfuriate ben sostenute di chitarre – che non rappresentano la loro vocazione primaria, però: i Sintomi di Gioia hanno in tasca soprattutto un bel potenziale pop – variano molto i toni all’interno delle loro composizioni – nel brano pop sottilmente nervoso intitolato ‘Non Puoi’, ad esempio – tentando con coraggio di essere originali, e riuscendo a darci una piccola opera ben costruita, malgrado una chiara debolezza di scrittura, non musicale, attenzione, ma nei testi. Carina la copertina fronte/retro, e buono il contributo del violoncello di Eugenio Solinas, che arricchisce molto la musica, dandole colori pop caramellosi, assieme alla voce suadente di Luca Grossi, che ci guida su percorsi malinconici però piuttosto criptici, non sempre facili da seguire; gli altri componenti della band sono: Fausto Franchini, chitarre, Emanuele Peccorini, batteria, Stefano Zannini, basso. Dieci canzoni in tutto, tra le quali spiccano le turbolenze post grunge di ‘Pensaci’ e ‘La Nostra Colazione’, e dei ‘bridge’ di vari altri brani, qualche volta leggermente scolastici, per una band promettente, fotografata, diremmo, un istante prima di spiccare il volo, e glie lo auguriamo: la rincorsa è buona.
Autore: Fausto Turi