La band art-punk newyorkese con questo terzo lavoro rivoluziona la line up ma anche il sound. Quella che era “un’orchestra da camera” si è trasformata in un power trio dedito ad un intrigante e stranissimo incrocio tra pop, musica medievale, canto gregoriano, no wave e noise.
Più degli Swans e dei NIN di quindici anni fa gli Extra Life sono in grado di portare nuova linfa alla musica popolare; certamente il sound sperimentale non è easy-listning per chi è abituato al sano e verace rock, soprattutto per l’uso eccessivamente alto della voce del cantante Charlie Looker, ma vale la pensa dargli una chance.
Il rivoluzionamento interno al gruppo si è trasformato in un differente uso degli strumenti da parte dei tre musicisti: Looker ha abbandonato la chitarra per dedicarsi al sintetizzatore, Caley Monahon-Ward è passato dal violino alla chitarra (molto disturbata e disturbante) e Nick Podgurski alla batteria ha aggiunto gli effetti elettronici. Il risultato è straniante, può non piacere, ma di sicuro non lascia indifferente, anche perché mettere insieme Morrissey e la musica medievale, passando per ritmiche post industrial, non è da tutti.
Autore: Vittorio Lannutti