Ecco dunque, su Fat Cat records, il nuovo disco solista di Dustin O’Halloran, dopo gli apprezzati Piano Solos vol.I (2004) e Piano Solos vol.II (2006), entrambi in Europa per l’etichetta Bella Union, cui si sommano un live intitolato Vorleben (2010) e le musiche per film An American Affair (2009) e Like Crazy (2011).
Il compositore e pianista californiano, che per due anni ha vissuto qui in Italia, nella campagna dell’Emilia-Romagna, ed ora s’è trasferito a Berlino, ci presenta 9 brani strumentali per pianoforte (con la collaborazione di Peter Broderick al violino e di Adam Wiltzie alla chitarra, e la presenza discreta di effetti elettronici) di grande suggestione e sentimento, sempre sul genere della musica classica contemporanea cui si dedica a tempo pieno dopo lo scioglimento dei Devics, avvenuto nell’ormai lontano 2006.
Assieme agli amici e colleghi Max Richter, Hauschka e Johann Johannsson – musicisti accomunati da discreto rigore ma molto lontani da qualunque muscolare esibizione di tecnica, che lascia piuttosto tutto lo spazio ad un linguaggio musicale moderno ed anche informale, lontano dal romanticismo schematico dell’800 – questo californiano malinconico e antidivo può partecipare nel suo piccolo ad una più ampia ridefinizione della musica classica in corso, trascinando con se almeno una fetta dei suoi fan verso un nuovo universo musicale magari finora estraneo.
Piuttosto che rifugiarci in facili ma tutto sommato relativi accostamenti con talune incisioni degli anni 90 di Keith Jarrett, Yann Tiersen, di Ludovico Einaudi – artisti coi quali Dustin O’Halloran non può e non vuole competere per la tecnica o l’innovazione – conviene qui sottolineare la parabola di questo artista che dalla musica indie pop compie un triplo salto mortale mettendo tutto in gioco e ripartendo da zero; ma ancor più calzante ci sembra parlare di Lumière astraendolo dal passato di Dustin O’Halloran – un passato con i Devics tutt’altro che rinnegato, anzi più vicino di quanto non si possa immaginare a queste composizioni – e dunque in proposito come non citare ‘A Great Divide’, brano d’apertura contenente un evocativa aria per violini senza un tema lineare, con conclusione affidata a pochi accordi di pianoforte tra echi indefinibili; e poi c’è ‘We Move Lightly’, composizione sulla quale conviene spendere qualche parola in più, poiché sintetizza in maniera lampante l’intera idea alla base della musica dell’ultimo O’Halloran: un inciso di pianoforte ripetuto che subisce più avanti poche variazioni, mentre gli archi creano alle spalle una leggera ma decisa aria sognante e romantica, carica di malinconia. ‘Fragile no.4’ è invece una composizione che quasi evoca la voce di Sara Lov, ed è il momento più struggente ed armonioso del disco, brano perfetto per la colonna sonora di un film di Ferzan Ozpetèk.
‘Opus 44’ ci ricorda gli strumentali per pianoforte di Rachel Grimes, mentre ‘Snow + Light’, col suo minimalismo sognante ed i suoi incisi di piano così scarni ed elementari – qui i tasti sono premuti pochissimo, con semplici successioni di un accordo per battuta – appare da subito essenziale ed autosufficiente, mentre nel titolo della canzone troviamo altri indizi sull’universo retrò e fuori dal mondo reale cui O’Halloran guarda.
Nel brano ‘Quartet no.2’ la forma classica prende definitivamente il sopravvento, con un elegante arrangiamento per quartetto d’archi di 3’20”; discorso analogo per ‘Opus 43’.
Probabilmente il percorso artistico intrapreso da questo musicista non prevede una via del ritorno; crediamo che il californiano proseguirà nell’addentrarsi, con una chiave personale, in questo mondo che lo attrae così tanto, e speriamo che saprà in ogni caso trovare anche modalità nuove per esprimersi, che non si limitino soltanto alla forma quartetto d’archi, o al notturno per pianoforte, su cui ad ogni modo ha molto da dire.
Dustin O’Halloran – We Move Lightly from Dustin O'Halloran on Vimeo.
Dustin O’Halloran – Fragile N.4 – from Fatcat album “Lumiere” from Dustin O'Halloran on Vimeo.
Dustin O’Halloran – Opus 28 from Dustin O'Halloran on Vimeo.
Dustin O’Halloran Live at HBC Berlin 30.03.2011 from Dustin O'Halloran on Vimeo.
Autore: Fausto Turi
www.dustinohalloran.com