A quanto pare la Maninalto! continua il suo trend positivo: iPorn dei milanesi Vallanzaska probabilmente non passerà alla storia come il miglior disco ska dell’ultimo decennio (oltretutto in iPorn non c’è solo ska: il discorso non si esaurisce in semplici chitarre in levare con qualche fiato a far da condimento), ma di sicuro regala un’oretta di allegria e spensieratezza. Questo è merito, come ormai siamo stati abituati sin dai tempi di Otto etti di ottagoni netti dal bell’accostamento tra musica e testi, mai banale e ricoperto quasi interamente da un neanche troppo sottile velo ironico, valore aggiunto di quasi tutte le produzioni firmate Vallanzaska. Open track dell’album, è l’interessante Il Monitor, canzonatoria quanto basta e che si riferisce a scene autobiografiche, il brano è in between tra addetti ai lavori e pubblico, potenzialmente capace di catturare entrambi: gli uni per la curiosità nell’ascoltare una canzone dedicata al proprio fonico (che “non mi caga”) e gli altri per l’esagerata fruibilità e facilità d’ascolto della traccia che si imprime nella memoria già dal primo passaggio e che risale quando meno lo si aspetta. L’album continua con altre chicche, tra cui Expo 2015, brano alla cui stesura ha collaborato il pluricondannato Renato Vallanzasca che ha ispirato il nome della band ed una divertente cover di Smells like a teen spirit dei Nirvana. Tra un Fine amore mai (dedicato ad una giovanile storia d’amore di Vallanzasca) ed un Hanno ammazzato Paperoga, il tessuto dell’album si intreccia, utilizzando come fibre satira politica, sentimento, critica alla tecnologia e alla televisione. Non avrà di certo la stessa cantilenante collosità di Cheope, ma il risultato è comunque positivo, come ci si aspetta da una band che suona ormai da quasi 20 anni. Decidere se iPorn sia il migliore tra gli album della ska-band è complicato: come quasi nella totalità dei casi, è semplicemente abitudine. Ma in questo caso una bella abitudine.
Autore: A. Alfredo Capuano