“Gennariello” è il quarto disco in vent’anni di vita dei Ludmilla Spleen, post-band di due elementi (mi raccomando non chiamateli “duo” perché non tollerano questo tipo di allocuzione). La loro formula musicale è quella ben rodata nei lavori precedenti, vale a dire un brutto incidente tra post-punk, noise e punk slabbrato.
Percussivi e dilaniati i LS non esitano ad assalti sonori all’arma bianca, vuoi con modalità mantriche, scheggiate e circolari come in “Le voci sottili”, vuoi con il punk percussivo e slabbrato in “Escalade”, un brano che non sfigurerebbe in un disco dei Pissed Jeans.
Il titolo del disco è ispirato al personaggio di Pier Paolo Pasolini, scelto per sottolineare il costante conflitto con la realtà. Affascinano i momenti tirati in cui si incrociano noise e post punk de “La voglia stanca” e di “My idea of pulp, anche se in questo secondo brano sono presenti anche momenti sperimentali.
Incuriosiscono ed intrigano i richiami ai primissimi Marlene Kuntz di “Sinistra memoria” e il noise roteante che approda al p-funk di “Rosabella”. Tuttavia il brano più intrigante è “Buon anno ragazzi” per quegli otto minuti di post-punk algido, evocativo e spettrale rappresentando la perfetta sintesi di questo disco.
autore: Vittorio Lannutti