Prima prova ufficiale per gli Yes Daddy Yes, nuova entrata nel roster Urtovox, con l’album “Senza Religione”, in uscita il 13 febbraio.
La band, composta da Paolo Coppola (voce e chitarra), Fabio Mitrano (batteria e voce), Andrea Benevento (chitarra), Sergio Lotoro (basso) e Gianni Barretta (synth e tastiere), arriva sugli scaffali dei negozi con un primo LP ufficiale dopo la pubblicazione di due EP in inglese (“There is always light in homicide”, del 2007, e “It’s cool to cruel to my family”, del 2009), e uno in italiano (“Sparerò alla mia ragazza”, del 2010).
Prodotto da Enzo Moretto degli …A Toys Orchestra e registrato presso il Loz studio di Bologna, “Senza Religione” presenta 13 tracce di power pop che potremmo definire “da classifica”.
Da sempre contraddistinti da live anfetaminici, sporchi, grezzi, noise, distorti ed altri aggettivi e termini del genere, gli Yes Daddy Yes (complice anche la produzione) si presentano oggi al pubblico in una nuova veste più delicata: i pianoforti e le melodie vocali la fanno da padrone mentre la veste “rozza” dei live perde corpo per fare spazio a suoni più cristallini (un po’ come accadeva agli Who di “Tommy”, puliti su album, ultradistorti e rumorosi sul palco).
Ascoltando la traccia iniziale, “Padrone Mio”, i suoi pianoforti, i synth e il suo cantato, non possono non tornare alla mente i Verdena di “Wow”.
Proseguendo nell’ascolto del disco alle orecchie arrivano sonorità più vicine a un’altra delle band di punta del panorama musicale indie italiano: The Zen Circus. A tratti sembra quasi di ascoltare Appino alla voce.
Il brano più interessante è “My Memory” (unico episodio in inglese dell’album), una sorta di bluegrass con tanto di piano barrelhouse e virata improvvisa verso territori rock sul finale. Il brano, già incluso nell’EP “It’s cool to cruel to my family”, e che vedeva già allora la collaborazione di Enzo Moretto alla voce, viene riproposto in “Senza Religione” riarrangiato e in una nuova veste più consona allo stile attuale degli Yes Daddy Yes.
“Senza Religione” è in definitiva un’ottima prima prova ufficiale, forse a tratti un po’ troppo derivativo ma encomiabile per l’ottimo songwriting grazie al quale la band riesce a regalare una serie di canzoni che, con il loro piglio catchy, si fissano nella mente già dal primo ascolto.
E non si sa mai che la Urtovox, con “Senza Religione”, non riesca a “invadere” le classifiche mainstream.
YES DADDY YES — “Senza Religione” from Rockit on Vimeo.
Autore: Giuseppe Galato