Malgrado Ike & Tina Turner scrissero cose strepitose, tra l’esordio del 1960 e la drammatica separazione artistica del 1975, cui seguì la sentenza di divorzio del 1977, una buona parte del loro successo tra il giovane pubblico bianco americano dell’epoca dipese dalle cover di brani altrui, riproposti in una scintillante veste black.
Questa raccolta è uscita per un’etichetta britannica nel periodo delle feste natalizie, e si candida come regalo perfetto per chi ama la musica rock ma non sa ancora che razza di uragano fossero i coniugi Ike & Tina Turner all’epoca.
Qui ci sono 21 cover; rivisitazioni di Beatles (‘Get Back’, ’Something’, e ‘Come Together’; mancano però ‘She Came in through the Bathroom Window’ e ‘With a Little Help from my Friends’ le cui versioni di Ike & Tina sono nella storia), poi di Creedence Clearwater Revival (‘Proud Mary’), un sorprendente e ballabile singolo dimenticato del Ringo Starr solista del 1973 intitolato ‘Oh My My’, e poi ‘Only Women Bleed’ di un esordiente Alice Cooper, ‘Living For The City’ di Stevie Wonder, e ‘Philadelphia Freedom’ di Elton John.
La qualità della rimasterizzazione sembra decente, ma si poteva fare anche di meglio, così come si poteva abbondare con fotografie e note storiche nel booklet.
La rock band elettrica, la sezione fiati, le tre coriste (le “Ikettes”, tanto per ribadire quanto megalomane fosse Ike), e soprattutto la pantera nera Tina Turner, davano al Mondo intero una lezione di black music impareggiabile; almeno quanto Sly Stone, James Brown, Prince, Marvin Gaye e Aretha Franklin, e almeno quanto Otis Redding e Sam Cooke, ebbene furono Ike & Tina Turner che riuscirono a rendere la carica emotiva e sessuale del soul in una veste moderna e rock, e valga da esempio in questa raccolta anche ‘Gimme Some Lovin’ dello Spencer Davis Group, ben superiore all’originale.
Ma per chi già conosce la forza di Ike & Tina, la cosa più interessante è riscoprire cover di artisti all’epoca misconosciuti, ed oggi completamente dimenticati: il blues ‘Never been to Spain’ dei Three Dogs Night, dei quali in Italia non credo giunse mai notizia, poi ‘Ode to Billie Joe’ di un bluesman del Mississippi a dir poco minore, di nome Bobbie Gentry, o ‘Lean on Me’ 45 giri di tale Bill Withers (1972).
Autore: Fausto Turi