Giunti al quinto album, i Crystal Fighters continuano a proporre la loro idea musicale che si basa su di una forte componente elettronica mixata con ritmi e strumentazioni tradizionali che provengo dalla cultura basca del frontman Sebastian Pringle.
Durante il periodo pandemico, i componenti del trio hanno vissuto in continenti diversi, sviluppando esperienze che sono confluite in ben sessanta demo che hanno fatto da base per venire a definire le dieci canzoni che compongono questo “LIGHT+” (PIAS), disco che riesce appieno a rilanciare le azioni del gruppo e che certamente allargherà la già nutrita schiera di fan presenti in ogni parte del mondo.
Un disco che sin dalla traccia d’apertura “We Got Hope” mostra la sua apertura alla positività: “Abbiamo la speranza, abbiamo il tempo, abbiamo il fuoco, abbiamo la fede, abbiamo l’amore nei cuori ogni momento!”, canta Pringle mentre Graham Dickson e Gilbert Vierich allestiscono un tappeto sonoro tipicamente rave con il ritmo che cresce freneticamente.
La ricchezza di suoni e atmosfere proposte cambia di brano in brano, la trascinante “Carolina” con i suoi ritmi caraibici ed il ritornello assolutamente coinvolgente, sono difficili da dimenticare. Il singolo “Manifest” vira decisamente verso atmosfere synth anni Ottanta.
Pur essendo un album sostanzialmente coeso, ogni brano vira decisamente nei suoni. Ad esempio “Multiverse” veleggia dalle parti dei Chemical Brothers, mentre la successiva “Love x3” ritorna alle atmosfere caraibiche con l’ambizione di essere un brano manifesto che vuole spingere l’ascoltatore a pensare all’amore come esperienza collettiva con la musica che diventa esperienza per aprirsi agli altri. Solo il pop di “End the Suffering” lascia un po’ interdetti, ma probabilmente va visto come brano spartiacque che serve come pausa per poi scoprire cosa cela il resto del disco.
Il tropical-pop di “Tranquilo” è un altro richiamo alla spensieratezza che i Crystal Fighters vogliono promuovere trasportando la positività spagnola a contaminare le brume britanniche.
Anche gli ultimi tre brani vivono nell’alternanza di atmosfere: “Hold Me” è ancora latineggiante ma richiama certe cose buone scritte in passato dai Vampire Weekend; “Search” riporta ancora una volta nell’alveo rave, mentre il brano di chiusura “let me Go” sembra uscito dall’epoca aurea della new wave.
Alla fine “LIGHT+” si rivela essere un disco piacevole da ascoltare e frequentare quando si ha bisogno di risollevarsi il morale.
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