Debut album sudato per i napoletani Endorphine, che giungono alla pubblicazione di “The Future Seed” dopo una buona gavetta nell’underground italiano e dopo la realizzazione di due demo cd. Il sound del full lenght poco si discosta da quello dei precedenti demo, rimanendo ancorato su un thrash metal modernista di scuola Fear Factory con inserti tipicamente death metal, legati a band come Soilwork e Strapping Young Lad. Dunque, niente di originale. Indubbiamente il disco è ben autoprodotto con una discreta qualità sonora e un buon bilanciamento tra gli strumenti. La tecnica personale di base c’è in tutti i componenti del gruppo…ma, allora, cosa non va? L’album, nella sua interezza, non convince appieno per una struttura dei pezzi non riconoscibile e, di conseguenza, confusionaria e poco orecchiabile. Le melodie vocali sono poco distinguibili o mal costruite (in certi casi) tanto da rendere poco ascoltabile, alla lunga, questo “The Future Seed”. Potente e melodica la seconda traccia, “One Day”, con una discreta prova del singer Luca Zaccariello sul growl ma da migliorare per quanto riguarda il pulito. La successiva “Endorphine” è strumentalmente valida, con eccezionali cambi di tempo che mettono in risalto l’ottima prestazione del batterista Daniele Ciao. Da questa traccia fino a “Unleashed Godmind” il disco scorre pulito senza infamia e senza lode. L’ultimo pezzo del disco, “The Future Seed” mette in risalto l’ottimo lavoro al basso di Raffaele Lanzuise che nel resto del disco sembrava in secondo piano. Molto bello l’artwork e la confezione del cd, davvero elegante e ben fatta. In definitiva non male per essere un debut album ma vogliamo qualcosa in più nel songwriting: maggiore originalità e più varietà all’interno dello stesso disco.
Autore: Andrea Belfiore