I Virginiana Miller sono da diversi anni al centro di un dibattito sul perché una band di tale qualità non riesca a sfondare realmente. Sorpassati di slancio dai Baustelle – Francesco Bianconi ha avuto di recente parole di grande apprezzamento per loro – il gruppo di Livorno ha all’attivo due bellissimi dischi, passati grossomodo inosservati: ‘La Verità sul Tennis’ (2003) e ‘Fuochi Fatui d’Artificio’ (2006), e questo nuovo lavoro si muove più avanti, ma sempre nella stessa direzione: musica pop rock, e cantautorato italiano moderno e di gran spessore. Probabilmente non hanno il physique du role dei Baustelle e dei Negramaro, e le loro canzoni non si fermano alla semplice dimensione giovanile, tutto qui, fatto sta che in brani come ‘Il Presidente’ e ‘L’Inferno sono gli Altri’, i Virginiana Miller provano chitarre dal gran tiro, molto molto Television, ma rimane valido anche per loro lo stesso discorso che si fa per i Perturbazione, o i Tetes de Bois: i testi delle canzoni rimangono il fulcro assoluto della musica.
‘La Risposta’ è di una sincerità che intenerisce, ‘Frequent Flyer’ e ‘L’Oggetto Piccolo (a)’ sono il bourbon e la nicotina che piacciono tanto a Nick Cave e Greg Dulli, la cover di Nada di ‘E la Pioggia che Va’ fa riflettere ora come allora sugli slanci idealistici giovanili, mentre i ritornelli folgoranti di ‘La Carezza del Papa’, ‘L’Angelo Necessario’ e ‘Lunedì’ fanno centro, e la psichedelia ed il jazz, in ‘Cruciverba’, si danno il cambio in continuazione. Dopo molti ascolti, emergono ‘La Carezza del Papa’ – ai livelli dei migliori Avion Travel – assieme ad ‘Acque Sicure’, come migliori brani del disco.
Inevitabile sottolineare l’importanza di avere un gruppo originalmente italiano, dalla fortissima personalità; Simone Lenzi (voce, chitarra), Antonio Bardi (chitarra), Marco Casini (chitarra), Daniele Catalucci (basso), Valerio Griselli (batteria) e Giulio Pomponi (tastiere), con ‘Il Prima Lunedì del Mondo’, realizzano il loro disco più riuscito.
Autore: Fausto Turi