RADIOHEAD HAVE MADE A RECORD SO FAR, IT IS ONLY AVAIABLE FORM THIS WEB SITE.
Questa è la scritta che appare su www.inrainbows.com, questa è la scritta che rompe le ginocchia all’industria discografica.
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I Radiohead avevano già iniziato nel 1997 a provocare il music buisness con la decisione di usare come primo singolo di “Ok Computer” la canzone più lunga del disco: Paranoid Android, e furono premiati.
Nel 2000, anno di uscita di “Kid A”, decisero di non pubblicare singoli con relativi video, lasciando ai fan ed alla rete il compito di fare promozione del disco, ed anche in quest’occasione furono premiati. Ora che il contratto con la Emi music è terminato, e i 5 ragazzi dell’oxfordshire si trovano senza etichetta discografica, decidono di smuovere le acque della palude che è il mercato musicale di questi tempi con una mossa che rimarrà impressa nella storia della musica rock. Sono passati 4 anni da “Hail to the Thief”, ultima uscita discografica della band, 4 anni spesi per realizzare un album di indubbio spessore dalle multiple sfaccettature e dalle sonorità , come sempre, invidiabili.
“In Rainbows” è, per certi versi un lavoro un pò difficile da metabolizzare immediatamente. Se Ok Computer era un album rock (con la R maiuscola) e Kid A e Amnesiac erano dischi “elettronici”, questo, invece, è una perfetta fusione dei due stili, delle due facce dei Radiohead, un unione percettibile non come semplice sequenza di brani di diverso genere ma come fusione sonora in ogni singola composizione.
La ricerca è curata in ogni minimo dettaglio, a partire dai beat elettronici di 15 step, passando per le stupefacenti linee vocali di Nude (pezzo figlio delle session di Ok computer), fino ad arrivare all’armonia totale di Videotape. Nulla è lasciato al caso, nulla è fine a se stesso.
“In Rainbows” è anche un disco segnato dalla ritmica, pezzi come Bodysnatchers e Jigsaw Falling into Place, sono scanditi dalla batteria di Phil con un ritmo continuo, incalzante, veloce, mai invasivo, mai pesante e come sempre perfetto.
Il tappeto di suoni, rumori, orchestrazioni si riperquote sull’ascoltatore come un totale avvolgimento sonoro da cui non si può scappare, da cui non ci si può allontanare. Le chitarre sovrapposte di Weird FishesArpeggi costruiscono stupende strutture musicali che creano un sottile muro sonoro che toglie il fiato. All I Need è un viaggio di 4 minuti tutto in salita, in cui la voce di Thom ci accompagna per mano tra chitarre riverberate e tastiere sognanti, fino a giungere alla totale esatesi strumentale. In House of Cards la voce di Yorke sembra provenire dal fondo di un pozzo in cui una strana orchestra sta cercando di attirarci…riuscendoci.
Non ci sono alti e bassi in questo disco, c’è un solo ed unico altalenarsi di sensazioni ed emozioni drammatiche, stuggenti, aggressive e sottili. Si avverte benissimo l’armonia di una band che si è proccupata di fare un disco di qualità e non di dover dimostrare qualcosa a qualcuno. Questi 5 ragazzi hanno, ancora una volta, stupito il mondo sia per le scelte commerciali ma soprattutto per un lavoro che è in grado di creare suggestioni sempre nuove, calde e spiazzanti, propio come questo disco.
Canzone dopo canzone, minuto dopo minuto, colore dopo colore, l’arcobaleno sonoro di “In Rainbows” da alla luce sensazioni struggenti, paradossalmente consolatorie.
Track list
15-step
Bodysnatchers
Nude
Weird FishesArpeggi
All I need
Faust Arp
Reckoner
House of cards
Jigsaw falling into place
Videotape
Autore: Davide Cairo
www.inrainbows.com