Sono passati dall’universo indie a un colosso major come la Sony. Hanno preso parte alla colonna sonora di “School Of Rock”. Hanno scelto un team di produzione – The Matrix – artefice di alcuni dei dischi pop più commerciali degli ultimi anni (un nome su tutti, Avril Lavigne), dopo due album prodotti rispettivamente da Tim Kerr e Jim Diamond, guru del lo-fi rock’n’roll. Quanto basta per decretare che i Mooney Suzuki, la più grande promessa dell’underground newyorkese dell’ultimo lustro, si sono venduti. Quanto basta per sparare a zero sul loro nuovo disco.
Il “problema”, però, arriva all’ascolto. Anzi agli ascolti ripetuti. Perché “Alive & Amplified” non è affatto un brutto album. Tutt’altro: è un disco eccellente che cresce ascolto dopo ascolto. Se sul primo “People Get Ready” la cifra stilistica era il garage, e sul secondo “Electric Sweat” una miscela esplosiva di soul e hi-energy rock’n’roll alla MC5, questa volta i Mooney Suzuki hanno voluto tirar fuori un disco pop dalle venature funky. “Volevamo fare un album come i Beach Boys, i 5th Dimension e Phil Spector”. Ovvero la California pop di fine anni ‘60.
Racchiuso in una splendida copertina funkedelica, “Alive & Amplified” rappresenta un ulteriore passo in avanti nel percorso artistico del quartetto che, nonostante abbia ammorbidito il proprio sound a favore di un songwriting più elaborato e caleidoscopico, non rinuncia a graffiare come dimostrano l’iniziale “Primitive Condition”, l’incisiva “Legal High” e l’ipercinetica “Shake That Bush Again”.
Ma la vera svolta del suono Mooney Suzuki arriva subito con la title-track in cui cori “neri” e parte ritmica sono messi in evidenza, e con una ballata acustica arricchita da aromi Seventies (organo Hammond e voce soul/gospel) come “Sometimes Something”. E se “New York Girls” è la risposta rock’n’roll (e possibile singolo radiofonico) agli Strokes di “NYC Cops”, le avvolgenti “Loose’n’Juicy” e “Messin’ In The Dressin’ Room” mettono in luce il chitarrismo esaltante del quartetto della Grande Mela. Ancora una volta artefici di un lavoro esemplare, i Mooney Suzuki chiudono “Alive & Amplified” con una ballata dal sapore rollingstoniano (“Naked Lady”) e con una ghost-track (“Love Bus”) dall’imbattibile gancio melodico. Tanto di cappello.
Autore: Roberto Calabro’