Heavenly Records lancia un nuovo duo, composto dalla cantautrice gallese Cate Le Bon e dal californiano Tim Presley, alias White Fence, con un disco ambizioso, Hermits On Holiday distribuito da Pias Cooperative.
Non si potrebbe pensare a combinazione musicale più diversa: Cate, cresciuta nel West Galles, sotto l’ombra delle splendide brughiere, e della pioggia malinconica delle estati britanniche. Tim, invece, viene dal sole di San Francisco, cresciuto letteralmente sotto i ponti e le strade. Fra le due fonti, a farsi sentire di più al primo ascolto è decisamente l’atmosfera americana: countryblues molto sixties è la prima track, Laying Down The Rock, mentre molto punk rock à la Clash è Focus on the Street, e Cannon Mouth invece è decisamente debitrice alla psichedelia newyorkese classica.
Si sente un po’ d’aria brit in She Walks so Fast, ma non è esattamente aria fresca: il ritmo, la linea di basso di introduzione e il guitar solo sono molto anni settanta, così come l’insistere per tutta la durata della canzone sullo stesso tema giocando alle variazioni della chitarra elettrica.
Decisamente british, ma certo non celtica, è invece la title track Hermits on Holiday, ma in fondo cercare le origini dei due ragazzi nelle canzoni non è operazione che ha tanto senso. Quello dei Drinks è un progetto unitario, non una collaborazione, che vuole esprimersi con una sola voce, una sola mente e quattro gambe. L’ispirazione fondamentale di questo progetto è il rock classico anni ’60 e ’70: quando Cate canta in Spilt the Beans chiunque la assocerà immediatamente a Nico, e del resto non poche canzoni di questo esordio ricordano da vicino, o è meglio dire citano volutamente, i Velvet Underground nella loro formazione classica.
Questo fa di Hermits On Holiday un disco di sapore tremendamente classico, addirittura noiosamente classico. Qualche invenzione è interessante, ma a conti fatti si tratta di già sentito, anche e anzi soprattutto quando i due vogliono fare gli sperimentali, come nella eccessiva Tim, Do I Like That Dog, dove si scomodano questa volta i Grateful Dead e i King Crimson.
E’ un disco che darà emozioni a chi è nostalgico senza fine e senza fondo di quei tempi, ma non è dai Drinks, o almeno dal loro album di esordio, che scopriremo nuove direzioni musicali.
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autore: Francesco Postiglione