Se l’arte è (anche) ricerca, contaminazione, mescolanza di generi e linguaggi, “54” è, nel suo piccolo, la celebrazione di questa logica, essendo, allo stesso tempo, un libro, un album e uno spettacolo metateatrale. Un’operazione solo apparentemente già sperimentata (penso, fra i tanti, agli Air che accompagnano Baricco), poiché nello specifico si arricchisce di una dimensione politica, di una profondità che trascende la semplice “accoppiata” words and music, per fare dell’opera un vero concept, a partire dal lussuoso packaging (il CD è accompagnato da una bella galleria fotografica d’epoca e da uno scritto inedito di Wu Ming) per arrivare alla rappresentazione scenica che in questo periodo sta girando l’Italia.
Il testo fa capo alla sigla Wu Ming, dietro la quale opera un gruppo di 5 scrittori bolognesi, noti per aver pubblicato, in precedenza, “Asce di Guerra” e “Q” – quest’ultimo a nome Luther Blisset, celebre nome collettivo di rilievo internazionale – ed è incentrato su eventi, reali ed immaginari, avvenuti appunto ne1 1954, anno preso a simbolo del periodo compreso fra il dopoguerra e l’età contemporanea, ovvero, del passaggio dalla ingenuità all’età adulta. Eventi di rilievo pubblico, frammenti di vita privata e riflessioni sulla società dell’epoca, eppure insospettabilmente attuali (insomma, la Storia e la storia), che, nel disco, si alternano a sonorizzazioni delicate e malinconiche, per comporre un quadro nel quale parole e musica – nonostante la priorità cronologica delle prime – sono perfettamente funzionali le une all’ altra, senza che possa costruirsi alcun rapporto di subalternità.
La narrazione, affidata alle voci degli attori Giuseppe Cederna, Marco Baliani e Fabrizio Pagella e del cantante dei 24 Grana, Francesco di Bella, si sposa alla perfezione con le sonorità evocative e drammatiche tratteggiate dagli Yo Yo Mundi, seppure a tratti queste ultime diano l’impressione, se estrapolate dal contesto in cui si collocano, di non essere in grado di camminare da sole. A conferma, se ce ne fosse bisogno, che “54” è cibo per occhi, orecchie e memoria, è rivisitazione collettiva e totalizzante di ciò che, pur passato, ha molto da dire a chi vi si accosti senza pregiudizi.
Autore: Andrea Romito