I Len Price 3 conoscono l’arte di sapere scrivere una bella canzone. E questo non è cosa da poco. Se poi di canzoni interessanti ne mettono in fila poco più di una dozzina, ecco servito un debutto niente male come “Chinese Burn”. Un bel biglietto da visita per questa formazione proveniente dal Medway, un area nel Kent che ha già dato vita ad altre cult-band come i Milkshakes e i Buff Medways, entrambe guidate dal leggendario Billy Childish. Sembra proprio che in quell’angolo verde di Inghilterra il germe del Sixties-sound trovi un terreno particolarmente fertile. Basterebbe l’attacco della triade d’apertura – “Christian In The Desert” (con riff iniziale rubato ai Kinks), la garagistica title-track e il rock’n’roll impattivo di “Lai-Ha Lam” – a convincerci della bontà del terzetto inglese che dimostra però di avere molte altre frecce al proprio arco. Come, ad esempio, la melodia a presa diretta di “The Last Hotel”, il ritornello che ti resta appiccicato addosso di “Viva Viva” o una bella versione di “Comanche!” di Link Wray. Più in generale, i Len Price 3 dimostrano di avere mandato a memoria il verbo Sixties in tutte le sue declinazioni – garage, beat e freakbeat – e lo ripropongono sotto forma di canzoni. Che pur non brillando per originalità – potrebbe essere altrimenti, vista la materia trattata ? – risultano accattivanti e con qualche punta di eccellenza, vedi la coinvolgente “Shirley Crabtree”, un brano con tutte le potenzialità dell’instant-hit.
Autore: Roberto Calabrò