È strano come spesso le vie della provocazione, della denuncia e per certi versi degli eccessi (che eccessi poi non sono bensì semplicemente stili di vita che una visione bigotta distorce), si contrappongano alla capacità di sintesi elegante … caratteristica questa sintetizzata nella dialettica artistica di Perfume Genius, all’anagrafe Mike Hadreas.
Dopo aver esordito nel 2010 per la Matador Records con “Learning”, album che include il singolo “Mr. Peterson”, avente quale tema la storia di un professore di liceo pedofilo morto suicida, il musicista di Seattle, due anni dopo, nel febbraio del 2012, pubblica il suo secondo ottimo album “Put Your Back N.2 It”, anticipato dal singolo “Hood” il cui videoclip vede la partecipazione del pornodivo gay Árpád Miklós (morto nel 2013) impegnato in scene con lo stesso Hadreas, in cui i due recitano in espliciti atteggiamenti omosessuali. Un video che, sebbene sia di estrema delicatezza e compostezza, non passa inosservato, tanto da essere all’esame della censura da parte di YouTube.
Ed è proprio “Hood” e il suo video che appieno colgono l’essenza della giustezza che Perfume Genius è in grado di rendere in musica, nella raffinata fusione di tutto quanto potrebbe apparire distante; ricerca personale e artistica che ora è approdata a “Set My Heart On Fire Immediately” (Matador), un lavoro in cui Hadreas mostra, rispetto ai lavori precedenti, una maggiore consapevolezza e maturità.
Apre il disco “Whole Life” a metà strada tra la preghiera e la ninna nanna, presto assorbite nelle abrasioni da fine millennio di “Describe” ciò prima che “Jason”, con il suo falsetto, non si candidi a classico da art-pop.
“Leave” è l’ossimoro tra l’ovattato sognante mondo musicale e la cavernosa voce, quasi come fosse il risveglio dal sogno e nel sogno di un mostro in letargo a cui fanno eco fate e sirene.
“On the Floor” riporta l’ascoltatore su un piano più terreno, mentre la retrò “Your Body Changes Everything” dissimula un’astratta e pittorica “Moonbend” carica di richiami folk e classici.
Con “Some Dream” si torna a sognare … un’apnea progressivamente rotta nel mezzo dai bombardamenti della realtà.
Chiude il disco “Borrowed Light” che, con il suo concreto minimalismo noise congeda, una riuscita prova di un artista in crescita in quella mediana linea capace di accontentare l’ascolto di ognuno.
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autore: Marco Sica