Tempo fa in un’intervista Lee Ranaldo aveva accennato, senza sbottonarsi più di tanto, che sarebbero usciti dei dischi dei Sonic Youth con registrazioni inedite. Finalmente ciò è avvenuto con questo “In Out In”. Si tratta di cinque brani che il quartetto ha registrato nel periodo tra il 2000 e il 2010, quindi ci sono anche un paio di brani in cui c’è anche Jim O’Rourke che per alcuni anni si entro a far parte della band newyorkese.
Dal loro scioglimento, avvenuto nel 2011, sono stati pubblicati diversi live e antologie, ma questo è il primo lavoro di (quasi) inediti. I cinque brani sono quasi tutti molto lunghi e appartengono ad un periodo in cui i SY erano maggiormente in fissa con sonorità psichedeliche e ispirati da band come Grateful Dead e Phish.
Ascoltando le tracce si respira l’aria di maggior rilassatezza che il gruppo stava vivendo, di fatto non era sotto la pressione dalla Universal, all’epoca la loro etichetta discografica. Il disco si apre con la traccia “Basement Contender”, registrato nel 2008 a casa di Moore e Gordon, che è un cavalcata psichedelica che si evolve con qualche scheggia sonica. Con “In & Out”, brano più minimale, i nostri si lasciano andare ad una quasi jam che si traduce in una cavalcata alquanto inquietante e spettrale. L’unico brano sotto i quattro minuti, “Machine”, out-take da “The Eternal”, che ci riporta al classico sound del quartetto con momenti schematici e volteggianti. Negli altri due brani, “Social Static” e “Out & In”, troviamo, e sentiamo, O’Rourke: se nel primo, con durata di circa dodici minuti, notiamo l’avvicendarsi di intriganti sperimentazioni noise, nel secondo brano troviamo sonorità più dilatate che alternano momenti in progressione e in velocità. Va specificato che questo brano, insieme a “In & Out” non è un inedito in quanto inseriti nel cofanetto “Not The Spaces You Know, But Between Them”. Se amate i Sonic Youth, se vi mancano profondamente, nonostante stiate seguendo le carriere dei loro ex membri e soprattuto se amate il noise e la sperimentazione non perdetevelo. È un disco prezioso.
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autore: Vittorio Lannutti