Facendo propria la prassi post-moderna dell’unione di forme sonore attinte dai più svariati mondi del rock, dell’elettronica e del cantautorato, il fiorentino Yato, al secolo Stefano Mazzei, debutta su lunga distanza con il suo primo album in italiano Fuck Simile.
E’ interessante osservare il processo di umanizzazione delle macchine in Yato grazie ad un approccio compositivo ancora cantautorale, sebbene i loop vocali, i pattern utilizzati e le atmosfere artificiali non siano affatto di seconda mano rispetto a quelle di chi fa electro o dance propriamente dette.
Se in Ormonauti è possibile sentire echi di Subsonica e Motel Connection quali nobili antenati di scenari che al tempo dicemmo nuovi, in Servo di un’Idea siamo sulle tracce di Burial, ergo dubstep e vocals lontane e rarefatte da contesto urbano. Ma c’è anche liquida glitch in Solo al Piano Solo, hip-hop in Angoli Di, memorie della miglior wave italiana aggiornata all’evo moderno in Viziù ed electrorock in downtempo mode in In-nocuo.
In questo territorio in parte ancora selvaggio e inesplorato davvero Yato – complice la tradizione della canzone italiana – potrebbe essere tra i prime mover di un segmento tutto da inventare.
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autore: A. Giulio Magliulo