Ritorna la creatura infernale di Scott ‘Wino’ Weinrich, gli Hidden Hand, al loro terzo disco. Il cambio di batterista e di etichetta che li fa approdare alla californiana Southern Lord, porta in effetti un certo interessante cambio di rotta rispetto al precedente ‘Mother Teacher Destroyer’del 2005 e del quale anche dicemmo un gran bene, ma ora il terzetto del Maryland prova a rendere i suoni ancora più saturi sui bassi, quasi a voler accettare la sfida dei violentissimi gruppi nuovi compagni d’etichetta: gente tipo i misantropici Sunn o)) ed Earth, i tellurici Boris e Place of Skulls, i diabolici Church of Misery… e così, in taluni passaggi di brani come ‘Dark Horizons’ e ‘Spiritually Bereft’, il magma doom praticamente rischia di rompere le casse dello stereo, ed accelerando i ritmi gli Hidden Hand si allontanano dall’hard rock classico per modernizzarsi un po’.
Le sensazioni che trasmette questo ‘Whiskey Foote’ sono violente, trash’n’roll, oscure soprattutto, e portano impresso il sigillo del loro leader, uno che dall’83 ad oggi ha militato in Obsessed, St.Vitus, Spirit Caravan e Place of Skulls, credo non serva aggiungere altro. Wino ormai è nella storia del doom metal al fianco di Ozzy e Lee Dorrian, e fa impressione osservare come molti suoi più giovani discepoli, tipo i Paradise Lost, proprio in questo mese pubblichino uno spento CD che di doom non ha più nulla, laddove Wino può beffardamente intitolare il suo disco ‘Resurrection’, lanciandolo a velocità massima verso l’inferno. Ormai risulta del tutto perfezionato l’affiatamento tra Wino ed il bassista Bruce Falkinburg: i due sono una cosa sola, ed a loro si aggiunge oggi il nuovo, giovane batterista Evan Tanner, che tutto sembra fuorchè un metallaro, eppure picchia come un dannato. Di questo CD c’è in giro anche un’edizione limitata con allegato un secondo CD intitolato “Devoid of Color” EP, ma a prezzo maggiorato.
Autore: Fausto Turi