I Linea 77, ormai colonna dell’alternative e del nu metal nostrano, cominciano nel ’93 facendo cover dei RATM e dei CCCP. Il loro primo album “Too much happiness makes kids paranoid” è datato 1998. Nel 2001 esce “Ketchup Suicide”, registrato e prodotto in Gran Bretagna. Nel 2003 è la volta di “Numb” in cui figurano collaborazioni con Subsonica e Roy Paci & Aretuska. Nel 2004 ricevono la nomination come Best Italian Act agli MTV Europe Music Awards, poi tanti tour in giro per il mondo e nel 2005 esce “Available for Propaganda” realizzato a Los Angeles con la supervisione di Dave Dominguez. “Horror vacui” è datato 2008 e vede un’insolita partecipazione di Tiziano Ferro a sorpresa. L’anno successivo esce “10” e il relativo “10 tour”.
Prima di cominciare, “10” lo dobbiamo leggere in italiano o in inglese?
In italiano!
Nel 2013 esce l’EP “La speranza è una trappola (Part 1)” e annunciano la pubblicazione, entro gennaio 2014 di un altro EP, “C’eravamo tanto armati”, che però va perduto a seguito di un incidente. A Febbraio del 2015, però, il gruppo pubblica il suo settimo album in studio, dal titolo “Oh!”. Per l’occasione, intervistiamo Dade, membro fondatore della band e dell’etichetta indipendente INRI.
Avete definito questo album come punto di svolta ma allo stesso tempo un ritorno alle origini, un ritorno a casa. Ci spieghi meglio? Perché è un ritorno a casa?
Semplicemente perché abbiamo affrontato la scrittura di questo disco con lo spirito che ci ha contraddistinto fin dagli inizi, quindi con molta rabbia, molto sincera, molto schietta, senza troppi fronzoli. Abbiamo deciso di mettere da parte la sperimentazione fine a se stessa per cercare delle soluzioni più chiare e sincere. Dopo venti anni di attività, eravamo stufi di sperimentare qualcosa di nuovo semplicemente perché te lo chiedono i fan o perché il mercato vuole che tu sia sempre qualcosa di originale. In realtà l’originalità secondo noi è anche un po’ troppo sopravvalutata. Volendo fare gli originali a tutti i costi, si rischia di diventare finti, costruiti. Noi abbiamo cercato di fare l’esatto opposto. Con noi stessi, con la nostra musica e con i nostri fan. È un lavoro che può piacere o meno ma è sincero, fatto col cuore, con poco cervello, senza ragionare o fare i conti con i dettami del mercato.
Nel disco ci sono importanti collaborazioni con noti rapper. Ci raccontate come sono nate?
Noi abbiamo sempre seguito il mondo dell’hip-hop italiano. Ultimamente un po’ meno. Ciò nonostante Enigma è stata una rivelazione perché, pur essendo nel 2015, il suo rap mantiene un’identità molto forte, ancora molto legata al messaggio dell’hip-hop del passato, ad una presa di coscienza. Ci sono molte critiche sociali all’interno delle sue rime. Così è nata la collaborazione con Enigma, un rapper sardo, di Olbia. Il pezzo è “Dividi et Impera” ed è venuto molto spontaneamente. Con Franz Goria abbiamo eseguito una cover dei Fluxus, il suo gruppo, “Non esistere”, brano del ‘94. Sabino dei Titor è un ragazzo della nostra stessa etichetta, la INRI. Finalmente siamo riusciti a suonare insieme (nel brano “Caos”, nda).
“Oh!” è espressione di stupore, sussulto dopo un errore, ma anche una presa di coscienza per tutto quello che può accadere intorno a noi. Di cosa è più urgente prendere coscienza oggi?
Sicuramente delle proprie radici. Quello che abbiamo cercato di fare noi a livello artistico. Processo che cerchiamo di fare giorno dopo giorno. Le nostre radici sono la cosa più preziosa che abbiamo. La nostra famiglia, la nostra storia. In questo disco abbiamo cercato di guardare molto di più al passato piuttosto che al futuro. Il futuro ci ha già abbastanza annoiato pur non essendo ancora arrivato. Questa continua ricerca del nuovo, questa frenesia nel comunicare ogni singolo evento nell’immediato. Ci sembra di vivere già nel passato, proiettati nel futuro. C’è un diffuso impoverimento dei valori che, però, sono la cosa più necessaria per cercare di vivere in maniera sana e rispettosa nei confronti di noi stessi e degli altri.
È questa l’involuzione della specie?
L’involuzione della specie è quello a cui stiamo assistendo ormai da anni. Tutti i giorni, tutti noi. Abbiamo scelto il tema dello stupore proprio perché non ci si stupisce più niente. Alcune notizie che quattro o cinque anni fa ci avrebbero fatto rabbrividire, oggi passano inosservate su facebook, come se fossero delle notizie qualunque. Magari leggiamo di bambini squartati o di qualsiasi altra barbarie. Addirittura si ironizza: va bene la libertà di satira però a volte ci sono certe cose che sono inquietanti. “Oh!” vuole significare questo: cerchiamo di stupirci ancora. Anche nelle piccole cose. Uno sguardo può far più piacere di un premio a volte!
Torniamo all’EP “C’eravamo tanto armati”. Ma cos’è successo? Ce lo puoi raccontare?
Sì, certo. Una sfiga si può sempre raccontare! Semplicemente c’è stato un corto circuito nel mio quartiere, quindi è colpa mia anche se di colpa non si tratta ma è semplicemente sfiga. Stavo facendo un backup del disco. A casa mia c’è un impianto elettrico vecchio, senza UPS. C’è stato un blackout nel quartiere dove vivo, gli HD si sono bruciati e tutto è andato perduto. Lo sconforto, però, ci ha dato un’ulteriore spinta creativa. Abbiamo deciso di scrivere altre canzoni e far uscire un album intero.
Per la promozione di questo nuovo album avete in mente un tour e avete intenzione di toccare anche Napoli?
L’abbiamo scritto apposta! La dimensione live ci piace di più. Sicuramente passeremo in Campania. O meglio, questo è quello che speriamo. Ultimamente non è più facile organizzare concerti. Sarà dura ma ce la faremo.
Domanda di rito, che cos’è la legalità per i Linea 77?
Per i Linea 77, l’illegalità è una piaga che non abbiamo nemmeno più voglia di combattere. I musicisti sono tra i più distrutti dall’illegalità. Da poco è uscito il nostro disco ma dopo poco era già per intero su youtube. Ormai non ci dà più nemmeno fastidio. Per quanto riguarda l’Italia, [l’illegalità] è la piaga maggiore che abbiamo ed è quella che fa marcire questo paese, sempre a partire dai soliti palazzi.
Avresti una ricetta per risolvere uno dei tanti problemi che abbiamo?
Credo che l’unica soluzione sia il ‘porgi l’altra guancia’. Se tu, per primo, cerchi di combattere l’illegalità cercando di fottere gli altri, usando l’illegalità a tua volta, commenti un danno ancora più grave. Noi cerchiamo di utilizzare la nostra musica per veicolare messaggi importanti. Ci rendiamo conto di avere “una bomba” tra le mani perché ci ascoltano anche tanti ragazzini e quindi abbiamo una sorta di responsabilità. Ma ce la prendiamo ben volentieri dando sempre messaggi positivi. Siamo sempre negativi per quanto riguarda i testi ma il messaggio di fondo è reazione, positività.
http://www.linea77.com/
https://www.facebook.com/linea77official
autore: Luigi Oliviero