Terzo album per i Malaparte, rock band irpino-salernitana nata nel lontano 2004, che da sempre provano a coniugare l’amore per la melodia a quello per il rock alternativo americano. In questo ultimo lavoro discografico dal “Citazioni ed altri delitti”, composto da dodici brani per un totale di quasi 50 minuti, Carmine “Kenny” Ricciardi e soci non risparmiano nessuna cartuccia. La rock band riesce a racchiudere con questo terzo album tutta la rabbie e l’energia dell’alternative rock in una dozzina di brani che non lasciano alcuno scampo all’ascoltatore. Canzoni mature, testi poetici con declinazioni psicologiche che ricordano gli scrittori russi, testi costruiti su una solida base hard rock, senza fronzoli, con riferimenti alla cultura pop, metal e rock degli anni ’80 e ’90. Non è un caso, infatti, se la cover dell’album riprende la scia di fiamme della mitica Delorean del film “Ritorno al futuro”. Un album con una profonda ispirazione presa da mostri sacri come Led Zeppelin e Foo Fighters.
Un’operazione discografica spregiudicata in un’epoca in cui le band vivono a colpi di singoli, centellinati lungo i mesi prima di raggruppare quei pochi brani in un EP. Invece la band si presenta forte del suo sound decisamente corposo e carico di energia. Oltre al frontman Carmine “Kenny” Ricciardi, voce e chitarra, i Malaparte sono composti da Giuseppe Diego Nocito al basso, Pasquale Tomasetta alla batteria e percussioni, Carmine De Vita alle tastiere e backing vocals, e Raffaele Maffei alla chitarra ritmica e cori. Una rock band talmente fuori da schemi preconfezionati che è riuscita a dare libero sfogo alle proprie emozioni per il terzo album. “Citazioni ed altri delitti” non bada troppo all’apparenza. E’ puro amore per la musica senza pensare che il tempo possa essere un ostacolo. Così, se si esclude la prima traccia strumentale, altro omaggio agli anni ’80 ed in particolare alle sonorità della fortunatissima serie Netflix “Stranger Things”, i primi tre brani del disco rappresentano un crescendo che riporta alla mente oltre alle classiche band d’oltreoceano, quali Puddle Of Mudd e Alter Bridge, tra le altre, anche storici gruppi del rock italiano come i primi Timoria o i Mistonocivo, anche se i Malaparte sembrano avere una leggerezza maggiore.
Impossibile non considerare la mole di suono che sprigionano in “L’alba” e di “E tu dimentica”, ballate a tinte scure capaci di repentini cambi di ritmo ma anche in “batha” coi suoi richiami orientaleggianti che ricordano le ambientazioni di “Verso oriente” della storica band di Pedrini e soci per poi aprirsi nella successiva “Sorridere sempre”.
Maschere, il primo singolo estratto da “Citazioni ed altri delitti” e vero brano di punta dell’album, si sofferma soprattutto sul mal di vivere che si cela dietro “le maschere” che ognuno di noi indossa quotidianamente. Una dedica speciale ai Soundgarden e alla tragica fine del loro frontman Chris Cornell, attraverso la quale si osanna il mal di vivere e ci si interroga su un quesito dal carattere estremamente esistenziale: “E’ più difficile farla finita o andare avanti?”.
Toni molto acidi e duri rendono questa traccia tra le più spinte e dirette mai realizzate dal gruppo. Un album da ascoltare e riascoltare, pronti a farsi letteralmente spaccare in due dal sound dei “Malaparte”.
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autore: GianDino Daino