Claudio Fabrianesi è un DJ di lunga data che ha apportato un grossissimo contribuito alla causa della musica elettronica a Roma e in Italia, uno dei maggiori rappresentanti di quella che i più delineano come scena elettronica romana, ormai celebre in tutto il mondo elettronico e techno per il talento e gli ottimi risultati raggiunti dagli appartenenti al movimento capitolino; anche se va detto che, in via ancor più generale, è la musica elettronica italiana che da qualche anno vive una nuova primavera e gode di un forte rispetto maggiormente all’estero.
Fabrianesi infatti comincia con la carriera da DJ agli inizi degli anni novanta, sotto l’influenza del suono innovativo proveniente da città quali Chicago, Detroit e Londra nel versante europeo.
Nel tempo ha sviluppato un suo particolare stile, che potremmo definire in maniera superficiale a 360°, proprio per la varietà e la differenziazione della proposta. Il DJ infatti è notoriamente un appassionato e collezionista di dischi, oltre ad essere il fondatore dei marchi Còclea e Citymorb Music.
Claudio Fabrianesi ha condiviso la consolle con i mostri sacri della techno e preso parte ad alcune tra le più prestigiose rassegne di musica elettronica come Labyrinth, Terraforma, Serendipity solo per ricordarne qualcuna.
I suoi lavori e il suo notevole background musicale sono emersi anche in occasione delle tante collaborazioni e remix, citiamo come modello dimostrativo l’EP insieme a Donato Dozzy “Disco Infecta”, uscito nel 2010 per la storica label di Tokyo capitanata da Toshiya Kawasaki, Mule Electronic.
Abbiamo colto l’occasione per una breve intervista a Fabrianesi alla vigilia della sua prossima esibizione in una piazza importante come quella di Napoli il 30 marzo al Boudoir Club. Il DJ romano proporrà per l’occasione uno special DJ-set della durata di tre ore affiancato in consolle da altri produttori attivi nel capoluogo partenopeo come Plastic Penguin, impegnato in una delle sue prestazioni live impro-electronic e i performer Bruno Giordano e Crscnz autori di coinvolgenti set a cavallo tra ambient, techno ed elettronica.
FO: Claudio, fai il DJ da molti anni, ti senti cambiato rispetto ai tuoi esordi?
CF: Rispetto ai miei esordi mi sento lo stesso, ma con una maggiore passione per il mio lavoro e sicuramente più cultura musicale.
FO: Come strutturi i tuoi set durante la performance?
CF: Provo sempre a trovare il giusto equilibrio tra sperimentazione e attenzione per il dancefloor, cercando di interpretare al meglio le esigenze del pubblico.
FO: Dai tuoi lavori emerge un fervente background musicale, la ricerca per un DJ è uno degli step fondamentali per tale attività. Raccontaci il tuo modo di fare ricerca. Ascolti la stessa musica che passi durante i tuoi set?
CF: Ti ringrazio per il complimento, in effetti sono un DJ che spazia molto tra differenti generi musicali ma difficilmente ascolto musica dance quando sono a casa. Le mie esigenze di ascoltatore variano molto a seconda dei momenti del giorno e anche delle stagioni.
FO: Oggi il DJ deve essere considerato come un intrattenitore o resta valido il “dovere” dell’educatore?
CF: Senza dubbio un intrattenitore, nel senso che deve selezionare musica adatta e di qualità, ma per educare nel senso in cui intendi tu serve una lunga esperienza e una forte personalità.
FO: Una curiosità, cosa ascolti invece insieme a tuo figlio? Come vivi la paternità dal punto di vista musicale?
CF: Mio figlio ha soltanto otto anni ed è ancora piccolo per poter maturare un proprio gusto musicale indipendente, ma ama molto la musica e devo ammettere che gli piacciono quasi sempre i dischi che ascolto in sua compagnia.
FO: Roma negli ultimi anni è apparsa come una città molto vivace. I più parlando di una “scena romana”. Quali sono i reali vantaggi delle collaborazioni in un network?
CF: Roma è da sempre una città ricca di fervore musicale, come altre in Italia ed esiste una scena florida sebbene frammentata. Sono però lontani i tempi di eventi realmente prestigiosi – uno su tutti mi viene in mente il Dissonanze Festival – che l’hanno portata a brillare per anni nel mondo.
Le collaborazioni devono esserci quando si ha una visione comune e non devono essere dettate da logiche di business e convenienza.
FO: Progetti particolari per il futuro? Hai in mente qualcosa? Ci saranno delle uscite prossime, cosa puoi anticiparci?
CF: Tra vari progetti non posso non citare il più attuale: la mia collaborazione con l’amico Filippo Brancadoro. Siamo infatti in studio da diversi mesi e stiamo raccogliendo molto materiale interessante che spazia da brani Techno ad altri piu’ sperimentali e da ascolto. Di sicuro ci sarà un disco ma ormai dopo l’estate.
FO: A breve suonerai a Napoli, una piazza complicata ma che al tempo stesso è capace di grandi soddisfazioni. Cosa ti aspetti?
CF: Sono felice ed emozionato di suonare a Napoli perché è una città che porto nel cuore per diversi motivi e sono al tempo stesso curioso di vedere il Boudoir Club perché tutti me ne hanno parlato molto bene. Mi aspetto un pubblico caloroso e spero di vedere tutti gli amici che vivono nella vostra splendida città.