Giovani e sfrontati come ogni garage-blues band che si rispetti i quattro The Bobby Lees hanno un’anima punk-blues così eccitante da aver conquistato Jon Spencer che ha prodotto questo disco. Il quartetto, infatti, aveva aperto i concerti, oltre che dei Black Lips, ai Boss Hogg del duo Cristina Martinez/Spencer. Immagino come Mr. Blues Explosion, ascoltandoli, si sia eccitato e abbia ricordato i momenti migliori del garage blues degli anni ‘90 dell’asse New York – Detroit, per intenderci quello che va dalla stessa Blues Explosion agli White Strips, non disdegnando i richiami californiani tanto cari a Janis Joplin. Il modo di cantare di Sam Quartin, infatti, sembra una versione più isterica della grande cantante degli anni ‘60.
Le doti vocali della Quartin si sposano molto bene con le chitarre distorte, lo-fi, noise e punk-blues e con la ritmica serrata, tanto da rendere il sound tanto evocativo, quanto innovativo. Spezzettamenti e circolarità garage caratterizzano “Move”, giungendo a dei picchi di isterismo dove neanche gli ex coniugi White erano giunti, mentre in “Guttermilk” l’esplosione del garage-punk viaggia prima su una tensione rocambolesca tanto da suscitare un’immagine in cui Jon Spencer e Jack White si sfidano alla chitarra, mentre Mick Collins funkeggia sornione sullo sfondo.
Con “Redroom” il quartetto procede spedite con un garage-noise disturbato fatto di stop’n’go, anche se di tanto in tanto deraglia per essere andato troppo velocemente. Il lo-fi garage prende il sopravvento in “Mary Jo” e la ritmica crampsiana e in velocità isterica pervade “Russell”. Nel disco sono presenti due cover. La prima è “I’m a man”, spogliata del jungle sound bodiddleyano, reso un blues purissimo. La seconda è “Blank generation” in cui si omaggia il punk newyorkese della seconda metà degli anni ‘70. Disco da playlist senza dubbio!
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autore: Vittorio Lannutti