Il Duca Bianco, Mr. Bowie torna a scompigliare il rock internazionale con un nuovo disco, Black Star, il disco in cui finalmente unisce il suo rock all’aspirazione di una vita, il jazz, e questa magia viene condensata in queste otto tracce, che poi non suonano ne rock, ne jazz, ma uno stiloso ibridato di alienità spericolata col fascino di un famelico istinto a sperimentare tutto lo sperimentabile.
L’ex Ziggy Stardust – qui prodotto da Tony Visconti e al suo 25° capitolo discografico – seguita a stregare con la propria “fantascienza” che non ha mai fine, una continua traslitterazione artistica camaleontica che ora come ora lo vede atterrare in un luogo non luogo, una linea quasi immateriale che vorrebbe celebrare uno stupore grandeur come ai tempi della Trilogia Berlinese, e lo fa senza remore.
C’è la rielaborazione di Sue (or in a season of crime) che ritorna sulle avanguardie sperimentali di drum’n’bass dei secondi anni 90, girano parole e stille cinematiche dal film Arancia Meccanica Girl loves me, il suddetto jazz nella ballata Dollar days come nel finale a gioiello che prende il nome di I can’t give everything away, ma a far saltare il vero tic di bellezza è la teatralità inverosimile di Lazarus, che riporta il Bowie interspaziale tra cosmi, galassie e vie lattee color verde mela acida.
Mr. Bowie, il mago della musica, ne ha fatta ( magnificamente) un’altra delle sue.
http://davidbowie.com/blackstar/
https://www.facebook.com/davidbowie
autore: Max Sannella