“L’insostenibile leggerezza dell’essere” di Milan Kundera
Casa editrice: Adelphi (edizione italiana)
Anno pubblicazione: scritto nel 1982, fu pubblicato per la prima volta in Francia nel 1984
N. pagine 318
Prezzo: € 12,00
Il romanzo è ambientato a Praga, nel 1968 e ruota intorno alle vicende di quattro personaggi: Tomáš, un chirurgo di successo rimasto improvvisamente senza lavoro in seguito alla pubblicazione di un suo articolo giudicato in contrasto con il regime comunista; Tereza, una fotografa, compagna di Tomáš; Sabina, una pittrice, amante di sia di Tomáš che di Franz, un professore universitario. Sullo sfondo il clima socialmente e politicamente controverso che, dalla primavera di Praga, sfociò nell’invasione sovietica. Nonostante Tomáš si consideri innamorato di Tereza e sentimentalmente legato a lei, non riesce a rinunciare alla sua passione per le donne, così comincia una relazione con Sabina che, a sua volta, ha uno spirito troppo libero per accettare l’idea di dedicarsi completamente a un uomo.
E’ per questo che – quando la sua relazione clandestina con Franz sta per tramutarsi in un rapporto ufficiale – decide di lasciarlo, nonostante ne sia innamorata. Tereza, invece, è consapevole dei tradimenti di Tomáš e ne è terribilmente gelosa, ma non si sente abbastanza forte per opporvisi, quindi subisce il temperamento libertino del compagno, fingendo di non accorgersi di nulla. Allo stesso tempo, Franz, spiazzato dall’allontanamento di Sabina, scivola nel baratro che lo condurrà alla morte. Alla base del romanzo c’è il rapporto controverso tra pesantezza e leggerezza: Tomáš e Sabina rappresentano la leggerezza, a cui si contrappongono figure come Tereza e Franz. Così diversi, ma così attratti gli uni dagli altri, tanto da non riuscire ad allontanarsi definitivamente.
La separazione dura poco, poi, come calamite, si ritrovano di nuovo al punto di partenza. Ecco che nel romanzo si impone il concetto dell’eterno ritorno, secondo cui il tempo non scorre in maniera lineare, ma circolare: ogni cosa, dunque, è destinata a ripetersi. Ogni atto, ogni situazione avviene in un determinato momento, poi ritorna. Nulla, dunque, ha veramente valore e nessuna decisione si rivela cruciale. Se questo concetto può risultare inaccettabile, allo stesso modo può essere insopportabile l’idea che ogni gesto sia fine a se stesso. In questo modo, dunque, gli eventi, le decisioni e l’esistenza stessa delle persone perdono significato, si svuotano. “Einmal ist Keinmal” (ossia ciò che è successo una volta è come se non fosse mai accaduto), è il leitmotiv che esprime la leggerezza derivante dall’idea dell’inconsistenza delle cose, un’inconsistenza di per sé insostenibile. A parte le vicende dei protagonisti, è chiaro che questo romanzo racchiude anche altri significati, molto articolati.
Apertamente polemico nei confronti degli avvenimenti storico-politici che fanno da sfondo alla storia, è un invito a riflettere sulla vita e sulle sue molteplici sfaccettature. Non si tratta, insomma, di una lettura semplice, ma vale la pena confrontarsi almeno una volta con le tematiche trattate. Basti pensare che l’autore ha potuto vedere pubblicata la sua opera nel suo Paese natale (divenuto, nel frattempo, Repubblica ceca) solo nel 2006, dopo ben 17 anni dalla sua prima uscita.
autore: Flavia Vitale