E’ un documentario, un cd musicale ed un movimento a sostegno della musica d’autore: 30 Anni di Ortodossia è anche un omaggio che Massimo Zamboni si è voluto fare ed ha voluto fare ai numerosi sostenitori e fans che hanno seguito il percorso artistico dei CCCP – “Fedeli alla linea” e CSI.
Un cofanetto contenente un cd musicale con le registrazioni dei live di Reggio Emilia del 29.08.2012 ed un dvd che risulta una rilettura ed omaggio ai fasti sonori della band.
Massimo Zamboni in questo percorso ha voluto promuovere una campagna a sostegno dell’ortodossia di quei principi che hanno tenuto insieme per anni Zamboni, Giorgio Canali (anche lui ex Cccp/Csi) e Fatur il caro/vecchio artista del popolo.
Massimo Zamboni, inoltre, continua a scrivere grandi pagine di musica rock e pop Italiana. Infatti la sua vena artistica non si limita alla recente pubblicazione del Dvd “30 di Ortodossia” ma anche di un nuovo, l’ennesimo, progetto solista.
Sarà la neo-nata label di Mantova, l’ Aratro Incisioni del musicista produttore Cristiano Roversi, a pubblicare “Canto l’Isolamento”, una raccolta ragionata di alcuni brani della sua carriera da solista compilata direttamente da Zamboni.
Infatti tra il 2004 e il 2010, subito dopo la conclusione dell’esperienza CCCP-CSI,Massimo pubblicò tre album: “Sorella sconfitta”, “L’inerme è l’imbattibile”, “L’estinzione di un colloquio amoroso”: una trilogia intesa a scandagliare la condizione umana nei suoi denominatori comuni.
Con l’uscita di Canto l’isolamento si chiude il cerchio, distillando l’essenza dei tre album. Ribadendo una volta di più la necessità di esprimere musica
incatenata alle proprie esperienze, alla propria vita fisica e mentale, risolvendola in nome collettivo. Nelle canzoni della raccolta troviamo ospiti e amici che hanno accompagnato Zamboni in questo decennio: Nada, Lalli, Fiamma, Marina Parente, Nabil Salameh.
Incontriamo l’Autore per raccontare di questo progetto. Bentrovato Massimo. 30 anni di ortodossia non è solo un cd e dvd ma un vero progetto sonoro a sostegno di un movimento culturale?
No, nessun movimento culturale – sarebbe davvero pretenzioso. Movimento, certo, e cultura, ma nessuna voglia di porsi a modello trainante. É un documentario – prezioso – testimone di una serata irripetibile.
Durante questo viaggio alcuni compagni hanno intrapreso altre strade, altri sono sopraggiunti. Un equilibrio stabile dato dalla forza della musica e l’amore per la stessa?
Mi piace questa mobilità continua dettata dalla vita, dal caso; in fin dei conti – hai ragione – c’è una stabilità finale che dà il senso di tutto, un tirare le somme che funziona.
State realizzando alcuni live in giro per l’Italia che vedono in formazione la vecchia squadra CCCP-CSI con l’aggiunta di altri nomi della scena, quali?
In particolare Enrico Enriquez Greppi di Bandabardò, e un vecchio compagno di strada, anzi, di molte strade, Gianni Maroccolo, Cisco. Ospiti eccellenti, la loro presenza onora il nostro palco.
Com’è stato ritrovarsi dopo tanti anni insieme, un po’ come ritrovare i vecchi compagni di scuola, quella della vita?
Con i vecchi compagni di scuola c’è sempre imbarazzo, e scrutarsi a vicenda… no, direi che tra noi c’è un intendersi di fondo, un affiatamento e una disponibilità che rendono perennemente attuale l’incontrarsi.
Vecchi fans e nuovi l’energia che percepite da essi ha sempre la stessa intensità?
Forse ancora di più, le canzoni si sono sedimentate in profondità – manca l’effetto sorpresa, di rottura, sostituito da un più duraturo e forte abbracciarsi a vicenda, condividere le stesse emozioni, conoscersi. L’entusiasmo che accompagna i concerti è vivificante, e mi impressionano la lungimiranza di parole e musiche…
30 Anni di Ortodossia è anche un film com’è stato concepito?
Un documentario che trova nel concerto di Reggio Emilia il suo pretesto e centro, Reggio è la mia città, centro privilegiato dei miei pensieri, sono particolarmente contento di aver realizzato il documentario in un luogo simbolico come la festa nazionale del PD al Campovolo. Non per lo schieramento, ma per la storia che è stata, e che mi costituisce.
Nel decidere la produzione del documentario hanno influito le prese di posizione di Ferretti?
Decisamente no, e perché mai?
In un nostro vecchio incontro raccontavamo del rapporto ormai chiuso con Giovanni Lindo Ferretti, hai mai pensato di contattarlo in questo lavoro?
Beh, no. Ma sia chiaro che non voglio in alcun modo mettere un mio cappello sulle nostre esperienze precedenti; CCCP (o CSI) non è cosa mia, è un prodotto di tutti noi. A ognuno la responsabilità di renderlo forte e sensato anche nel tempo.
Hai promosso una campagna di abbonamenti a sostegno dell’ortodossia, per quei principi che vi hanno tenuti insieme nel tempo?
La campagna non è a sostegno di un concetto astratto, benché forte e sensato: l’ortodossia. É una richiesta di sostegno rivolta agli interessati al mio lavoro; ma non cerco proseliti, né voglio fondare nuove chiese. Stiamo parlando di produzioni culturali, e mettere l’accento su questo aspetto non sminuisce la proposta; anzi.
Sostenitore e militante. Quali le differenze?
É un meccanismo di reciprocità, e di maggior legame.
30 ANNI DI ORTODOSSIA – il Film – I parte – from Paolo Bonfanti on Vimeo.
Autore: Patrizio Longo
www.massimozamboni.it – www.facebook.com/pages/Massimo-Zamboni/38738792423